Il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’audizione di fronte alle commissioni speciali di Camera e Senato sulla Nota di aggiornamento al Def, ha parlato della nuova manovra. Il governo è pronto a destinare 21 miliardi di euro per contrastare gli effetti del caro energia su imprese e famiglie. Alcune risorse potrebbero arrivare dalla rimodulazione del reddito di cittadinanza. Altre dalla revisione selettiva del super bonus edilizio.

Manovra, Giorgetti: “Ventuno miliardi per contrastare la crisi energetica”

Un primo provvedimento sull’energia arriverà già domani, con il Dl aiuti quater, in Consiglio dei ministri. 

Con il prossimo decreto-legge saranno confermate, anche per dicembre 2022, le misure che riconoscono, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, contributi straordinari, sotto forma di crediti d’imposta, per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale.

Fa sapere il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Inoltre sarà prorogata fino al 31 dicembre 2022 la riduzione delle aliquote di accisa sul carburante. 

Quanto alla manovra, spiega spiega che il governo “è intenzionato a destinare le risorse disponibili per il 2023, circa 21 miliardi, al contrasto della crisi energetica, favorendo al contempo politiche di contenimento dei consumi e di risparmio energetico”.

Pensioni e reddito di cittadinanza

Il titolare del Mef ha annunciato:

Le nuove stime di inflazione determinano una diversa ipotesi di indicizzazione, che comporta maggiori oneri per 7,1 miliardi nel 2024 e 5,6 miliardi nel 2025. Se consideriamo il periodo 2022-2025, la spesa per pensioni assorbirà risorse per oltre 50 miliardi.

Altri fondi potrebbero arrivare dalla revisione del reddito di cittadinanza e del superbonus edilizio. Su quest’ultima misura Giorgetti è netto: 

Mai visto un provvedimento che costa cosi’ tanto in favore di pochi. Sarà rivisto in modo selettivo. Questo governo non ritiene equo destinare una massa di risorse così ingente a una limitatissima fetta di cittadini, per reddito e per prima e seconda casa, queste risorse potevano essere destinate in un altro modo.

La flat tax incrementale

Allo studio del governo c’è anche l’ampliamento della flat tax incrementale. Ovvero, spiega il ministro:

La possibile estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita Iva di aderire al regime forfetario e un regime sostitutivo opzionale per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti.

Per il futuro il governo pensa anche ad un intervento sugli extraprofitti per accumulare altre risorse:

Sicuramente ci sarà una proposta da parte del governo sugli extraprofitti stiamo cercando di mettere a terra un sistema che funzioni e produca risultati.

Al vaglio anche la possibilità di introdurre una misura simile a quella già applicata in Germania che consenta alle imprese di riconoscere ai dipendenti una indennità fino a 3.000 euro con esenzione totale delle tasse: se il modello tedesco verrà importato potrebbe essere un passo avanti, ma deve essere sicuramente valutata la fattibilità nel nostro paese.