La Commissione europea ha presentato oggi la sua proposta per la riforma del Patto di Stabilità europeo, confermando che le consuete soglie del 3% per il deficit e del 60% per il debito non rappresenteranno più un parametro insindacabile e che l'indicatore che sarà usato per definire il percorso di aggiustamento non sarà più il deficit strutturale, ma la spesa primaria netta, che esclude gli interessi sul debito.
Il nuovo meccanismo di aggiustamento dei conti pubblici non avrà più durata annuale, ma sarà spalmato in un arco temporale di 4 anni, che possono arrivare a 7 anni a fronte di determinati impegni assunti dagli Stati membri (riforme investimenti per la transizione energetica e digitale).
Il percorso sarà "su misura" nel senso che ciascuno Stato membro negozierà i propri impegni con la Commissione europea, la quale si impegnerà a verificare annualmente il percorso verso i target gli obiettivi intermedi raggiunti.
Ha commentato su Twitter la Presidente Ursula von der Leyen, precisando che il nuovo Patto di stabilità "si concentrerà su ciò che conta".
Ha sottolineato.
Nel motivare la scelta di riformare il Patto di Stabilità, il commissario all'Economia Paolo Gentiloni ha ricordato che i trattati sono stati firmati "molto tempo fa", ma negli ultimi anni sono "intervenuti cambiamenti"che hanno consigliato di rivedere le regole stesse.
Ha spiegato in conferenza stampa. E ha aggiunto:
A proposito della soglia del debito, il Commissario ha sottolineato che "quel che che conta è che ci sia un trend di riduzione del debito", anche per paesi come l'Italia, e che questa tendenza sia "credibile".
Il vicepresidente Valdis Dombrovskis ha confermato le parole di Gentiloni: