Nell’intervista rilasciata qui a TAG24, Vladimir Luxuria attivista, scrittrice, opinionista ed ex politica italiana ci dice cosa pensa del nuovo governo Meloni e delle possibili nuove manovre riguardo i diritti delle donne.
Cosa ne pensa della scelta dell’utilizzo dell’articolo maschile da parte di Giorgia Meloni?
“La parola presidente è una parola etimologicamente affine a preside e come si dice “il preside” e “la preside” si può altrettanto dire il presidente e la presidente senza effetti collaterali alle corde vocali.
Significa semplicemente far capire anche linguisticamente, poichè la lingua italiana è dinamica non statica e si adegua alla società che cambia, che oggi molte posizioni che prima erano viste solo come una roccaforte maschile possono per fortuna essere ricoperte da una donna e visto che ciò è possibile è giusto che la declinazione avvenga in base al genere della persona che ricopre quel determinato ruolo”.
Altrimenti, continua Luxuria, se una donna vuole mantenere la forma maschile e farsi chiamare “il presidente” può sembrare quasi come se si reiterasse uno strascico di maschilismo, quasi come se si ricoprisse un’occupazione temporanea per un ruolo che in realtà dovrebbe spettare esclusivamente agli uomini.
Ed infatti l’ex parlamentare ritiene che sia un controsenso la scelta di Giorgia Meloni poiché il ruolo ricoperto da lei è considerato come una conquista e lasciarlo invece declinato al maschile non fa altro che sottolineare un incarico da sempre appartenuto agli uomini.
Vladimir Luxuria intervista: i diritti delle donne
Nell’intervista Vladimir Luxuria si è pronunciata anche sui diritti delle donne e sulla posizione del neo governo su un argomento da sempre delicato come quello dell’aborto.
Secondo lei come è partito l’attuale governo riguardo i diritti delle donne?
“Ancora non sono stati presi dei provvedimenti da parte di questo governo quindi vedremo le future proposte di legge. Per ora si è parlato solo della proposta presentata dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri a proposito della legge sull’aborto e sull’affidamento dello status giuridico al concepito”. Questa proposta di legge porta la donna che decide di abortire dopo quel momento a commettere un vero e proprio infanticidio.
A parer suo, questo provvedimento pare essere solo una provocazione e un “contentino” per tutti quei movimenti integralisti che si battono per la vita e che in parte hanno votato per questo governo.
Tuttavia, conclude l’ex politica, le idee di alcuni soggetti coinvolti nel governo come Lorenzo Fontana, nuovo Presidente della Camera dei deputati e Eugenia Maria Roccella Ministro per le pari opportunità e la famiglia non depongono molto a favore sulla questione dei diritti delle donne.
Aborto e DDL Zan
La Meloni in queste settimane ha insistito molto a proposito della legge sull’interruzione di gravidanza dicendo che bisogna offrire un sostegno a una donna che decide di abortire a causa di motivi economici in modo da consentirle di portare a termine la gravidanza.
Come ritiene la proposta sul sostegno economico per non interrompere la gravidanza su cui insiste la Meloni?
“Se una donna, infatti, solo per motivi economici vuole abortire ben venga che lo Stato le dia un aiuto ma è importante sottolineare che deve essere sempre lei a decidere se portare o meno avanti la gravidanza e non deve essere criminalizzata se poi decide, nonostante gli aiuti economici, di interromperla”.
È fiduciosa che il DDL Zan possa venire accolto da questo governo?
“No assolutamente no. Il DDL Zan purtroppo viene visto come una proposta di legge troppo targata Pd e quindi non credo che realisticamente sia più proponibile. Oggi come oggi quindi penso che la cosa migliore sia quella che le varie forze progressiste come il Movimento 5 stelle, il Pd e la sinistra pensino ad un disegno di legge contro l’omobitransfobia, ovvero contro la paura o il disagio verso le persone che non sono etero e/o il loro sesso biologico non corrisponde alla loro identità di genere. Anche se dovesse essere ripresentato il disegno di legge, sarebbero opportune sia delle modifiche che un cambio di nome”.