Depressione stagionale cos’è? Può il nostro umore essere tanto legato all’ambiente e al clima? Anche e soprattutto la luce può influire su come ci sentiamo e le persone con il cambio dell’ora tendono a sentire la depressione stagionale. C’è ancora molto da comprendere su questo fenomeno. Facciamolo insieme, qui su TAG24.
Depressione stagionale, cos’é: riconosciamo i sintomi
Depressione stagionale cos’è? L’inverno alle porte, i primi freddi autunnali diventano sempre più rigide. Il cambio dell’orario ci fa percepire la notte più vicina e incombente. Diminuiscono le ore di luce e cosa succede al nostro umore?
Scendono le temperature, la luce investe meno le nostre giornate, tendiamo a non uscire di casa tanto quanto prima. In molti si sentono strani, malinconici, persi. Una strana aria tra malessere e tristezza, non sempre spiegabile a parole, quando l’autunno mostra le sue giornate più cupe.
Alcuni avvertono questi sintomi soltanto durante giornate particolari. Altri, invece, li portano sulle spalle per la durata di tutto l’inverno. Ma cosa ci rende così? Come si chiama questo problema?
Si tratta di disturbo affettivo stagionale, altrimenti detto Sad: un tipo di depressione che arriva soltanto durante alcune specifiche stagioni dell’anno. (Si, perché c’è anche la versione calda, quella che tocca i mesi estivi e primaverili, anche se meno diffusa statisticamente).
Tra i vari sintomi, oltre quelli di cui si è già parlato, vanno prese in considerazione la stanchezza (letargia), mancanza di energie, frequente affaticamento, tanto appetito (che aumenta più di quanto siamo abituati, per essere precisi) specie se si mangiano carboidrati.
La depressione stagionale si può combattere e arginare seguendo determinati accorgimenti e consigli.
Depressione stagionale: l’importanza della luce
Ci sono delle misure da poter adottare, quantomeno per prevenire la depressione stagionale? Ecco alcune dritte e prove che potrebbero allevarla.
L’esposizione alla luce solare sembra essere importante ed influenza notevolmente il nostro umore. Dunque fare passeggiate alla luce del sole, di giorno, può essere d’aiuto per ricordare al nostro organismo che deve essere sveglio, sia nel corpo che nella mente.
L’ideale sarebbero due volte: la prima al mattino e una seconda al tramontar del sole. Gli studi dimostrano che c’è un miglioramento di tutti i sintomi nei pazienti che soffrono di depressione stagionale e che escono almeno una volta al giorno. Non si può dire lo stesso, invece, di coloro che rimangono a casa e che hanno riscontrato gli stessi problemi.
Non è ancora certo se l’effetto benefico sia propriamente legato ai raggi di luce o se sia semplicemente per il piacere di respirare e trovarsi all’aria aperta.
Esiste anche la terapia con la luce. Consiste nel sedersi davanti ad una luce molto intensa (circa 10mila lux, con lampada specifica) 30 minuti al giorno circa, solitamente durante le prime ore del mattino.
Questo tipo di lampade, utilizzate per la terapia con luce sono venti volte più intense di quelle utilizzate illuminare le nostre case e filtrano la luce ultravioletta, ovvero quella potenzialmente più dannosa per pelle e tessuti.
La terapia della luce va detto che è sconsigliata a chi soffre di determinate malattie e che quindi è sempre obbligatorio prima consultare il medico. Questo tipo di terapia, inoltre, non funziona da sola: nei casi riusciti è sempre stata associata a farmaci antidepressivi.
Altre terapie
La terapia psicologica seguita per questi casi stagionali è quella cognitivo-comportamentale. Si può provare anche in gruppo, svolgendo sessioni settimanali per sei settimane, concentrandosi sul sostituire i pensieri negativi legati alla stagione invernale con pensieri più positivi.
Il processo interessato in questa terapia è quello di attivazione comportamentale. Qui lo psicoterapeuta indirizza il paziente verso attività all’aperto e al chiuso con il fine di combattere il calo degli interessi e della voglia di fare che insorge durante l’inverno.
Chiaro che una terapia farmacologica esista e che comprenda medicinali spesso associati alla depressione maggiore.
Parliamo quindi di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri), che spesso migliorano nettamente l’umore di chi ne fa uso. Anche qui, la somministrazione raccomandata solo dopo consiglio e prescrizione medica.