Mostra a Milano, dal 9 novembre fino al 12 marzo 2022, presso il Palazzo Reale, sarà ospitata la mostra Bosch e un altro Rinascimento, che espone all’Italia, per la prima volta, numerose opere del maestro fiammingo, vissuto tra il 1453 e il 1516.
Alla Mostra a Milano ci saranno in totale un centinaio di capolavori, dalla natura più disparata, come dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi provenienti da wunderkammern.
Lo scopo della mostra? Rivelare al pubblico una faccia diversa del Rinascimento, quella che ha influenzato maggiormente l’Europa settentrionale, dove all’equilibrio e alla supremazia completa dell’intelletto si sostituivano il trascendentalismo e un richiamo importante all’irrazionalità. Altre personalità che, insieme a Hieronymus Bosch, testimoniano questa inclinazione sono Erasmo da Rotterdam, Sebastian Brandt e Martin Lutero (in particolare, con le sue prime formulazioni).
La mostra, dunque, si pone l’obiettivo di creare un dialogo tra i capolavori tradizionalmente attribuiti al Maestro con dipinti di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli, proprio per mostrare il Rinascimento in tutte le sue facce e per dare conto di un periodo culturale che fu affrontato in modo differente, seguendo delle correnti, per certi versi, opposte.
Da questi influssi saranno toccati molti altri pittori come Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi ed El Greco.
Mostra a Milano: chi se ne occupa?
La mostra nasce dall’impegno del Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco, 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, Gruppo Unipol e con l’Ambasciata d’Italia in Portogallo e del Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona.
Curatori della mostra sono Fernando Checa Cremades, ex direttore del Prado, Claudio Salsi, direttore del castello sforzesco e professore di storia dell’incisione presso l’Università Cattolica di Milano, e Bernard Aikema, professore Storia dell’Arte Moderna presso l’università di Padova.
La mostra ha richiesto ben cinque anni di lavoro ed è stata realizzata grazie a una rete di cooperazione culturale internazionale tra governi, ambasciate, musei, istituti culturali e collezionisti. Una vera e propria iniziativa ricchissima di spunti, per la quale sono nati anche un catalogo, un volume d’arte e una graphic novel. Un lavoro a 360 gradi, capace di coinvolgere pienamente il pubblico.
Le opere
L’esposizione inizia con un quadro simbolo di Bosch, ovvero il trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio arrivato da Lisbona, uno stendardo fondamentale dell’arte boschiana, capace di evocare sogni e incubi, seguendo i passi inquietanti e fantastici dei mostri che animano i suoi quadri. Il trittico ha lasciato poche volte Lisbona nel corso della storia ed è giunto in Italia per la prima volta.
Un’altra opera fondamentale è il Trittico del Giudizio finale, che faceva parte della collezione del cardinale veneziano Marino Griman. Ancora, vediamo esposti il San Giovanni Battista e il Trittico degli Eremiti.
Alla fine della mostra, sarà presente l’opera audiovisiva degli artisti Karmachina, ovvero Tríptiko. A vision inspired by Hieronymus Bosch: il titolo è ispirato ad un dipinto del maestro fiammingo, il Trittico del Giardino delle Delizie.
Qualche parola sulla mostra a Milano
E’ con queste parole che l’assessore alla cultura Tommaso Sarchi parla di questa importante iniziativa per Milano:
“È anche attraverso lo scambio di opere d’arte che l’arte e la cultura svolgono il loro ruolo di vettori di crescita e di strumenti di relazione tra le città e le nazioni, portando avanti il processo di arricchimento di un paese […] Il progetto di questa mostra è il frutto di un processo di cooperazione internazionale durato cinque anni, che ha prodotto un’esposizione preziosa dal taglio assolutamente originale, in grado di raccontare ai visitatori un Rinascimento diverso rispetto a quello che ha visto i propri fasti in Italia tra il Quattro e il Cinquecento, creando orizzonti nuovi di conoscenza e bellezza. “
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