Tra le molte conseguenze della sclerosi multipla, una malattia autoimmune che coinvolge il sistema nervoso centrale e che solo in Italia interessa circa 133mila persone, c’è anche il progressivo deterioramento cognitivo: un danno che impatta in modo significativo sulla qualità della vita delle persone che ne sono affette. Ma buone notizie arrivano dal 38esimo Congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS), che si è svolto di recente ad Amsterdam, nel corso del quale sono stati presentati i risultati di 13 diversi studi condotti su ozanimod, una nuova terapia orale in grado di prevenire l’atrofia cerebrale correlata al deterioramento cognitivo.
Sclerosi multipla nuova terapia per contrastare la progressione e il deterioramento cognitivo
La sclerosi multipla costringe le persone che ne sono affette, fin dalla diagnosi, ad un radicale cambio di vita, avendo un impatto molto grande non solo sul fisico, ma anche sull’umore. In Italia ogni anno sono circa 3.800 le persone, in prevalenza donne, che vengono colpite da questa patalogia, che interessa il sistema nervoso centrale, causando un progressivo deterioramento cognitivo. La forma più frequente è quella recidivante-remittente, l’85% circa dei casi, che si contraddistingue per l’alternanza di fasi, della durata imprevedibile, caratterizzate dall’insorgenza di deficit neurologici improvvisi con altre di remissione (completa o parziale).
Ora, grazie alla nuova terapia orale ozanimod, presentata nel corso di un Congresso sulla Sclerosi Multipla tenutosi ad Amsterdam dal 26 al 28 ottobre scorso, per questa categoria di pazienti sarà possibile prevenire l’atrofia cerebrale correlata al deterioramento cognitivo. Nell’ambito dell’evento, l’azienda farmaceutica Bristol Myers Squibb ha presentato i dati di 13 diversi abstracts relativi a studi condotti sul farmaco, le cui evidenze sono state presentate oggi durante una conferenza stampa online. Come ha spiegato Massimiliano Calabrese, professore associato di Neurologia dell’Università di Verona e Dirigente medico presso la Neurologia B dell’AOU Integrata di Verona,
questi studi hanno indicato come i pazienti trattati con una terapia ad alta efficacia come ozanimod manifestino un rallentamento della perdita di tessuto cerebrale (valutata mediante risonanza magnetica) e del conseguente deterioramento cognitivo, rispetto ai pazienti trattati con Interferon beta 1a. La patologia, se non controllata, può portare a gravi conseguenze: sulla vita del paziente che rischia di perdere la propria autonomia ed il suo ruolo attivo nella società; sulla famiglia del paziente che deve farsi carico della sua assistenza nella vita quotidiana; e sul sistema sanitario nazionale che deve far fronte ad ingenti costi diretti ed indiretti. Si pensi che la sclerosi multipla presenta dei costi complessivi che ammontano a oltre 6 miliardi di euro l’anno. Diventa fondamentale quindi avere a disposizione cure in grado di bloccare la malattia in fase iniziale prevenendo così la progressione della disabilità fisica e cognitiva e preservando quindi la qualità di vita del paziente.
Al Congresso è stata inoltre presentata l’analisi ad interim dello studio di Fase 3 DAYBREAK OLE su ozanimod, che ha dimostrato come l’efficacia della terapia sia stata mantenuta dopo oltre 60 mesi di trattamento, con il 68% dei pazienti coinvolti libero da recidiva alla data cut off dello studio. Il 100% dei partecipanti allo studio che erano stati sottoposti a vaccinazione anti-Covid con vaccini a mRNA hanno mostrato, inoltre, una buona risposta sierologica. Questo, ha sottolineato Eleonora Cocco, professoressa di neurologia presso l’Università di Cagliari e responsabile del Centro Sclerosi Multipla Ospedale Binaghi – “conferma il profilo di sicurezza del farmaco che può essere somministrato congiuntamente all’immunizzazione contro il Covid-19”.