Avatar: The High Ground è il titolo della graphic novel che James Cameron ha realizzato da una sceneggiatura scartata di Avatar 2.

Avatar, arriva la graphic novel che James Cameron ha tratto da una sceneggiatura scartata per il sequel

Non è azzardato dire che le prossime settimane saranno dominate da Avatar. Dopo 13 anni, infatti, il film che detiene il record del maggior incasso nella Storia del Cinema avrà un sequel, Avatar: La Via dell’Acqua, primo di una serie di film che arriveranno nelle sale cinematografiche da quest’anno fino al 2028, per un’impresa che lo stesso Cameron non ha esitato a paragonare alla saga de Il Signore degli Anelli.

Il trailer di Avatar: La Via dell’Acqua.

E il percorso che ha portato ad Avatar: La Via dell’Acqua, è stato davvero molto complesso e faticoso, come lo stesso regista ha raccontato in una recente intervista, spiegando che proprio una sceneggiatura scartata per Avatar 2 si è trasformata in una graphic novel in uscita prima dell’arrivo nei cinema del sequel e intitolata Avatar: The High Ground.

Di cosa parla la graphic novel di Avatar

Cameron non scende nei dettagli della trama di The High Ground, che arriverà nelle librerie statunitensi il 6 dicembre, dieci giorni prima dell’arrivo nelle sale de La Via dell’Acqua (che uscirà negli USA il 16 dicembre, mentre in Italia arriverà due giorni prima, il 14 dicembre). Tuttavia, per il regista sarebbe stato un grande film da vedere.

“Ci sono delle cose fantastiche nel fumetto, come i Na’vi che combattono con arco e frecce a gravità zero. Insomma, è un film che vorrei vedere! Purtroppo, non raggiungeva gli obiettivi che avevo in mente per quanto riguarda la storia e i temi, quindi l’abbiamo adattata in una graphic novel che mostrerà al pubblico cosa succede tra i due film“.

Perché Cameron aveva scartato la sceneggiatura di Avatar 2?

Avatar James Cameron sequel
James Cameron, regista di Avatar.

Il regista spiega poi cosa è andato storto nella stesura del sequel, che sarebbe poi stata accantonata per lasciar spazio a La Via dell’Acqua.

“Stavo lavorando con un gruppo di sceneggiatori e avevamo un mucchio di idee ma non riuscivamo a concludere la storia quindi, a un certo punto, ho deciso di completarlo da solo e vedere se potevo farne un film. Ci sono riuscito e il risultato è stata una sceneggiatura di circa 130 pagine che era fantastica. Tuttavia, mancava l’elemento fondamentale di ogni sequel: non si addentrava a sufficienza nell’ignoto. Inoltre, non rispettava le regole di Avatar, che riguardano la nostra connessione con un mondo da sogno e con una componente spirituale che non possiamo neanche quantificare a parole”.

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