Delle bellezze dell’Abruzzo vi abbiamo già parlato in questo articolo e quindi abbiamo deciso di soffermarci in particolare su Ortona, splendida cittadina affacciata sul mare della meravigliosa costa dei Trabocchi e con un affaccio invidiabile sulla Majella. Questa città val bene una gita e quindi vediamo insieme cosa c’è di bello a Ortona.

Un po’ di storia

Prima di scoprire cosa c’è di bello a Ortona, vale la pena sapere che Ortona ha una storia millenaria, che trova le sue origini nell’età del bronzo, per poi attraversare nei secoli dominazioni di ogni tipo: romani, longobardi, franchi, normanni e aragonesi sono tutti passati di qui. Nel Medioevo la città divenne un punto di riferimento religioso molto importante, dato che ospitava le reliquie di San Tommaso Apostolo. Qui, nella seconda metà del XVI secolo, Margherita d’Austria fece costruire Palazzo Farnese, mentre durante l’Ottocento Ortona fu rappresentata dal poeta Gabriele D’Annunzio. Durante la Seconda guerra mondiale la città fu teatro di una dura battaglia tra tedeschi ed alleati che la costrinse a subire bombardamenti ininterrotti per 6 mesi, tanto che Winston Churchill la definì “La Stalingrado d’Italia”.

Cosa c’è di bello a Ortona

Quindi cosa c’è di bello a Ortona? Sicuramente il monumento in bronzo a San Tommaso, all’interno dell’area portuale, che si erge su una piattaforma in mattoni, come ad emergere dalle acque. La statua ritrae il patrono della città nell’atto di benedire, rivolto verso il mare aperto: San Tommaso è infatti protettore anche dei viaggi in mare. Da non perdere neanche la chiesa della Santissima Trinità, costruita nel 1626 dai frati minori francescani che edificarono il monastero a lato della chiesta stessa. I suoi interni sono organizzati su di un’unica navata in stile barocco, a cui sono affiancate tre cappelle sul lato sinistro. Molto bello l’altare maggiore in legno del 1745 con il suo tabernacolo intarsiato.

Passeggiando nel centro città vale la pena dare un’occhiata anche ai resti delle mura Caldoriane, che devono il loro nome al condottiero Giacomo Caldora che le fece erigere durante la prima metà del XV secolo. In un tratto delle mura si trova anche anche l’icona trecentesca di una Madonna acefala con Bambino, anch’esso acefalo.

Nell’elencare cosa c’è di bello a Ortona impossibile non nominare il meraviglioso castello aragonese, uno sei simboli della città. L’attuale costruzione risale agli anni compresi tra il 1450 e il 1470, ma in questa posizione panoramica era già precedentemente presente un fortino di origine medioevale. Anch’esso voluto da Giacomo Caldora, aveva il compito di proteggere la città dall’invasione degli aragonesi, che riuscirono comunque ad entrare in città nel 1452 e modificarono il castello dandogli una forma quadrangolare in stile rinascimentale. Vale la pena visitarlo anche solo per la sua posizione a strapiombo sul mare e per il panorama fantastico che regala: da qui lo sguardo arriva fino alla costa dei Trabocchi che da Ortona e si allunga verso sud fino a Vasto.

Da vedere anche la biblioteca diocesana di San Domenico

La biblioteca è ospitata all’interno della vecchia chiesa di San Domenico, oggi sconsacrata, dove si possono trovare quasi 28000 testi, con una specializzazione in filosofia religiosa, ma anche altre discipline come letteratura, storia e arte. Qui è anche conservato l’archivio storico della parrocchia di San Tommaso, con pergamene e composizioni di musica sacra del XVIII e XIX secolo. Continuando il giro alla scoperta di Ortona, non si può mancare la cattedrale di San Tommaso, la chiesa più importante della città. Di origini non chiare, durante i secoli venne più volte ricostruita: come nel 1125 a causa di un terremoto, nel 1127 a causa della furia di Goffredo il Normanno, dopo l’invasione turca nel 1566, nel Seicento, nel Settecento e, infine, tra il 1946 e il 1949, quando la città fu vittima dei bombardamenti. Qui, dal lontano 1258, sono conservate le reliquie di San Tommaso.