Donald Trump è stato più attivo che mai durante le elezioni di midterm. Gli Stati Uniti d’America, infatti, stanno vivendo oggi un election day particolarmente importante: i cittadini e le cittadine si stanno recando, in queste ore, alle urne per rinnovare tutti i seggi della Camera e parte di quelli del Senato (35 su 100). La tornata è particolarmente importante perché rappresenta un test per l’amministrazione in carica: Joe Biden potrà palpare lo status del gradimento suo e del suo partito in vista delle prossime elezioni presidenziali. Non sarà facile. A dirlo sono la storia: a parte due eccezioni (Clinton 1998 e Bush Jr 2002) le midterm sono sempre state perse dal partito al governo; ed i sondaggi: i repubblicani sono strafavoriti alla Camera ed in leggero vantaggio nelle competizioni per il Senato.

È proprio nella lettura prospettica che daranno queste elezioni che si inserisce Donald Trump. L’ex Presidente pare sempre più intenzionato a candidarsi per tornare alla White House. Fonti americane avevano detto che l’annuncio sarebbe arrivato ieri in Ohio. Non è stato così ma gli indizi vanno verso la conferma. È lo stesso Trump a farlo capire con un rincuorante “Presto vi farò felici” rivolto ai suoi sostenitori.

Trump attivissimo alle midterm

Ecco allora che The Donald si è speso in prima persona nell’essere di queste midterm. L’ex Presidente ha fatto campagna attiva al fianco dei candidati repubblicani che afferiscono alla sua corrente. Il leitmotiv è stato: “Teniamo in vita il sogno americano”. Se lo score del GOP dovesse essere importante Trump avrebbe linfa per iniziare, subito subito, la campagna elettorale per le presidenziali. Ripristinando la sfida, persa due anni fa, contro Joe Biden.

La partita più importante si gioca in Pennsylvania dove il suo candidato, Mehmet Oz, sfida il democratico John Fetterman. Quest’ultimo era in netto vantaggio ma un’ischemia ne ha peggiorato le perfomance elettorali e, questo, ha portato Oz ad una sensibile e costante crescita nei sondaggi. Seppur avanti Fatterman ha la pressione di un trend di crescita da parte del suo avversario. Sarà una sfida tutta vivere, specie alla luce della sua rilevanza. La Pennsylvania è lo stato che Trump riuscì a strappare dall’egonomia democratica nel 2016 e che Biden – che è nato in questo stato, a Scranton – ha ricolorato di blu – il colore dei Partito Democratico – nel 2020. Una vittoria al filo di lana che rende la sfida di oggi apertissima. Una vittoria di Oz sarebbe un segnale molto importante per Trump in vista del 2024.

Ma Trump ha posizionato altre pedine e le ha affiancate passo passo nell’intento di vincere in alcuni territori strategici. Uno di questi è la Georgia dove ha spinto la candidatura del repubblicano Walker. L’ex giocatore di football sfida il democratico pastore battista Warnock. Il quale, vincendo nel 2020 in Georgia, aveva contribuito alla vittoria finale di Biden. Da attenzionare c’è anche l’Arizona dove il senatore uscente, il democratico Kelly, sfida il trumpiano Masters. Oggi lo stato è democratico ma per oltre 30 anni è stata la roccaforte del repubblicano John McCain. Trump è intenzionato a riportare l’Arizona in rosso. Infine occhio anche al Nevada, uno degli Swing States più decisi degli ultimi decenni. Nel 2020 ha vinto Biden ma di un margine ridottossimo (2,4 punti). Ecco perché Trump si è messo in prima fila sostenendo il suo alfiere: Laxalt. La sfida è alla democratica Masto.