Cresce in Italia la green economy. A dirlo è il rapporto GreenItaly 2022, curato da Fondazione Symbola e Unioncamere: nel 2021 il numero di imprese che hanno investito sulla sostenibilità nel nostro Paese è cresciuto del 2,9%, passando dal 21,4% del 2020 al 24,3%. Si tratta del 40,6% delle aziende attive nel campo industriale e del 42,5% di quelle che operano nel settore manufatturiero. Negli ultimi cinque anni, tra il 2017 e il 2021, sono in totale 531mila le aziende ad aver investito sull’economia verde (+51% rispetto al quinquiennio precedente), con ottimi risultati soprattutto per l’avvio al riciclo dei rifiuti.
Rapporto GreenItaly 2022: cresce l’economia verde
Il rapporto, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con la partecipazione, tra gli altri, di Conai, Novamont ed Ecopneus, fotografa la situazione dell’economia verde in Italia ed è stato presentato in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2022, il summit verde dedicato quest’anno proprio “alla sfida della transizione ecologica delle imprese italiane”. I risultati sono abbastanzi promettenti: nel 2021, mentre l’Italia era verso la ripresa dopo i momenti più difficili della pandemia da Covid-19, sono state molte le aziende a puntare sulla sostenibilità, investendo su tecnologie e prodotti attenti all’ambiente.
In totale, si parla di circa 531mila imprese tra il 2017 e il 2021, con una crescita netta rispetto al quinquennio precedente (2014-2018). Il report ha evidenziato come le “imprese eco” vengano premiate sui mercati esteri: il 35% di queste prevede, non a caso, un aumento delle esportazioni nel 2022, mentre la percentuale per quelle che non hanno aperto il loro modello di business all’economia verde si attesta al 26%. Ma ad aumentare sono anche il fatturato (+49% rispetto a +39%) e le assunzioni (+23% rispetto a +16%). Per Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, in Italia “si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulla comunità e sui territori”.
Com’è distribuita l’economia verde in Italia
La distribuzione geografica delle aziende che hanno deciso di investire sul settore nel periodo considerato dall’analisi, vede la Lombardia – con più di 90mila imprese in questo settore (17% del totale nazionale) – in testa; ma tra le Regioni più attive ci sono anche il Veneto (51.780 unità), il Lazio (49.510 unità), la Campania (circa 46mila unità) e l’Emilia-Romagna (41.850 unità), mentre a livello provinciale il primato è per la prima volta di Roma (37.290 unità, pari al 38% delle imprese della zona), seguita da Milano (30.800 imprese, per un’incidenza del 33,8% del mondo aziendale milanese).
Per quanto riguarda, invece, i settori di investimento, bene soprattutto la filiera agroalimentare italiana, diventata leader del biologico europeo, con un’incidenza sulla superficie agricola utilizzata del 17,4% al 2021. Molto forte anche la spinta sulla sostenibilità nel mondo dell’edilizia, dove bonus statali e incentivi fiscali hanno fatto crescere gli investimenti di riqualificazione del 25%, e nella filiera arredo-casa: il 95% del legno viene riciclato per produrre pannelli per l’arredo, mentre il 67% delle imprese utilizza materie prime seconde e l’81% legno prodotto in modo sostenibile.
L’avvio al riciclo dei rifiuti è il punto forte del Paese
L’Italia ne esce come uno dei Paesi che fa meglio in materia di economia verde, soprattutto quando si parla di avvio al riciclo dei rifiuti, urbani e speciali: secondo il rapporto, si tratterebbe del 83,4% sul totale dei rifiuti nel 2020. Un risultato ben superiore alla media europea (53,8%) e a quella di altri Paesi vicini, come la Germania (70%), la Francia (64,5%) e la Spagna (65,3%). A sottolineare il potenziale dell’Italia nella valorizzazione della materia a fine vita, anche il quarto posto al mondo come produttore di biogas da frazione organica, fanghi di depurazione e settore agricolo, dopo Germania, Cina e Stati Uniti.