Oggi, Martedì 8 Novembre 2022, è morto all’età di 78 anni Giuseppe Bono, ex amministratore delegato di Fincantieri e figura storica dell’industria italiana.

Lo storico dirigente aveva guidato Fincantieri per vent’anni dal 2002 e solo nello scorso Aprile era stato sostituito nell’incarico da Pierroberto Folgiero.

Morto Giuseppe Bono: la biografia

Giuseppe Bono era nato il 23 Marzo 1944 in Calabria, per la precisione nel piccolo comune di Pizzoni, nell’attuale provincia di Vibo Valentia. Come lui stesso ha testimoniato, da giovane avrebbe voluto indossare gli abiti talari ed intraprendere la carriera di prete, ma essendo l’unico maschio in famiglia, a causa della prematura scomparsa del padre, dovette rinunciare per procacciarsi un lavoro più redditizio.

Era perciò entrato in fabbrica a Torino a 18 anni, assecondando le sue propensioni più votate alle professioni manuali che da quelle ingegneristiche. Come lui stesso ha ricordato lavorare in fabbrica così lontano da casa divenne una necessità, senza molte alternative, data la carenza di offerta di lavoro nel paese natale.

Successivamente Boni ha conseguito la Laurea in Economia e Commercio all’Università di Messina e poi è stato insignito honoris causa della Laurea in Ingegneria Navale.

Restio a parlare della propria vita privata, Boni era sposato e padre di due figli.

Nel corso della sua carriera ha ricoperto ruoli di vertice dirigenziale in numerose aziende pubbliche. Dal 1993 al 2002 è stato impegnato in Finmeccanica, dove nel ruolo di direttore generale ed amministratore delegato ha gestito la riorganizzazione delle aziende della difesa ex Efim. Nel 2002 è stato nominato amministratore delegato di Fincantieri, azienda leader della cantieristica in Europa, primo al mondo per diversificazione e innovazione con quasi 20mila dipendenti e 20 stabilimenti in quattro continenti.

Per questo incarico gli è stato decorato del Cavalierato del lavoro e successivamente del Cavaliere della Legion d’Onore francese. Giuseppe Bono è stato inoltre membro del consiglio generale di Confindustria, presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia e presidente di Promostudi La Spezia.

L’operato in Fincantieri

Dopo essere stato rimosso dalla guida di Finmeccanica in favore di Pier Francesco Guarguaglini, Silvio Berlusconi nel 2002 decide di assegnargli la nomina di amministratore delegato di Fincantieri. Lo spostamento tuttavia appare più come una punizione piuttosto che un premio.

Bono però con dedizione studia l’azienda, la riorganizza, cerca nuove strategie per inserirsi al meglio nel mercato. Si circonda di figure d’esperienza e di fiducia, prima fra tutte il suo predecessore Corrado Antonini, dirigente di straordinarie relazioni internazionali che negli anni Novanta aveva deciso di legare il destino di Fincantieri a quello di Carnival Corporation. La coppia ottiene subito importanti successi e in pochi anni incassa ordini miliardari, leader al mondo nel settore crociere. La crescita poi sarà estesa anche al comparto militare.

Nel 2009 Bono riesce ad acquisire i cantieri navali americani Marinette, grazie al quale Fincantieri potrà costruire navi militari per gli Stati Uniti. L’esperienza statunitense rafforza l’idea di creare un polo europeo della cantieristica capace di imporsi a livello mondiale, con il monito del manager che avvertiva che fosse più una questione di sopravvivenza: “se non lo facciamo noi, lo faranno gli asiatici.”

A tal fine però, la proposta di collaborazione con Germania e Francia non viene accolta, con in particolare i francesi stizziti dalla proposta di Bono che preferiscono trattare con i coreani di Daewoo piuttosto che con gli italiani.

Bono porta Fincantieri in Borsa nel 2014, otterrà una parziale rivincita nel 2019 nei confronti dei francesi con stipulando un contratto proprio con il francese Naval Group ma non riuscirà a vincere le opposizioni dell’Unione europea per il tentativo di accrescere nel settore delle crociere.

Quando nel 2022 ha dovuto cedere la carica di amministratore delegato dell’azienda aveva così commentato:

“Io sono un pigro. Non mi piace viaggiare, eppure ho girato il mondo. Non mi piace mangiare al ristorante, eppure potrei pubblicare una guida. Adesso mi gusterò il piacere di fare quello che mi piace fare: andare in campagna in Abruzzo, accendere il cammino, fissare le fiamme che ardono come quand’ero bambino. E poi con abbondante calma approfondiamo un po’ di argomenti. Guai a confondere la cronaca con la storia. Per ora mi fermo alla cronaca.”