Genitori come ultras. Succede spesso nei campi di calcio di assistere a scene che vedono protagonisti padri e madri di piccoli calciatori. Offendono arbitri, allenatori e perfino i ragazzini che giocano nella squadra avversaria del figlio. Il corriere.it ha raccontato quello che succede in una piccola ma antica società di Milano. Si chiama Enotria ed è attiva nella zona di Crescenzago. I dirigenti hanno deciso di organizzare incontri con lo psicologo: “Incontri serali con la dottoressa nonché l’apertura di un periodico sportello d’aiuto affinché ella ascolti, spieghi, insomma educhi, o ci provi, in aggiunta esaminando nel corso dei colloqui fronti come il bullismo”. Un anziano che assiste a partite e allenamenti dice che “i primi contenti a non avere mamme e papà in mezzo alle balle sono i loro figli. Vuol mettere lo stress delle urla, dei video coi cellulari, dei cazziatoni a casa perché hanno sbagliato un passaggio?”.
Calcio: un decalogo per padri e madri
Varesenews.it ha stilato un decalogo per i genitori dei baby calciatori. Ecco i punti principali: l’allenatore allena, l’arbitro arbitra, i genitori fanno il tifo; evitare di sostituirsi al tecnico; non entrare in campo e neppure nello spogliatoio, non portare la borsa del piccolo atleta; il tifo corretto è a sostegno della squadra, non contro gli avversari, qualunque sia il risultato.
Sostenere sempre le decisioni dell’arbitro sostenere sempre le scelte dell’allenatore; non utilizzare un linguaggio scurrile; condannare sempre, e mai giustificare comportamenti violenti o comunque contrari alle regole del fair-play. E poi curare l’alimentazione e il riposo: stili di vita positivi per la salute aiutano l’attività sportiva; l’impegno e la costanza, in allenamento come in partita, premiano sempre ed equivalgono già ad una vittoria; collaborazione sul campo come all’esterno.
Poche regole, ma chiare.
A cura di Stefano Bisi