Guerra in Ucraina, ultime notizie di martedì 8 novembre.
Come confermato dall’Ufficio della presidenza di Kiev, in particolare segretario del Consiglio di sicurezza e di difesa ucraino, Oleksii Danilov, è in programma la nazionalizzazione delle aziende ritenute “di importanza strategica” che riguarda soprattutto i settori cruciali dell’economia locale come energia e tecnologia.
Tutto ciò accade mentre sul campo proseguono i bombardamenti a Sud: la città di Nikopol, vicino a Zaporzizhzhia, ancora teatro di nuovi missili a lancio multiplo (sistemi MLRS Grad) che hanno colpito diversi condomini e alcune aziende industriali della città senza fortunatamente causare vittime.
Qualche chilometro verso il Mar Nero, prosegue l’evacuazione da Kherson lungo il corridoio filorusso. Uno dei comandanti fedeli al Cremlino ha annunciato che oggi sarà l’ultimo giorno prima del trasferimento definitivo lungo la Crimea e Sebastopoli. Intanto arrivano i retroscena di questo maxi-esodo avvenuto nelle settimane successive al referendum: una ricompensa pari a circa 1.600 euro e un certificato di alloggio.
Guerra in Ucraina, le ultime notizie
La guerra in Ucraina, giunta al giorno 258, registra anche le parole del leader di Volodymyr Zelensky mentre è in corso di svolgimento la conferenza sul clima Cop27 in Egitto.
Il leader ucraino ha parlato di “rischio di genocidio energetico“, sottolineando in particolare le situazioni critiche di Kiev e di Kherson (in quest’ultimo caso, tuttavia, le autorità filoucraine riferiscono di un ripristino dell’elettricità). Ecco perché non è da escludere un piano di evacuazione di massa anche nella capitale. A proposito poi di Cop27, Zelensky ha invitato a collegare la lotta al cambiamento climatico con la necessità di fermare quanto prima possibile l’aggressione russa (passaggio sottolineato da molti leader, tra cui anche Meloni).
Tra i bilaterali avuti ieri dal presidente ucraino c’è stato quello con il neopresidente israeliano Benjamin Netanyahu, che ritorna alla guida del Paese dopo pochi anni di assenza grazie alla vittoria elettorale. Zelensky si è augurato che la cooperazione tra le due nazioni in materia di sicurezza sia continua e costante, mentre Netanyahu ha dichiarato che tratterà il dossier sulla guerra “con grande attenzione”.
Infine, il leader ucraino ha ribadito le condizioni tali per cui il Paese si siederà al tavolo delle trattative: ripristino dell’integrità territoriale, rispetto della Carta delle Nazioni Unite, risarcimento per tutti i danni causati dalla guerra, punizione di ogni criminale di guerra.
Dialogo aperto tra Russia e Stati Uniti
Intanto dall’altra parte del mondo è un giorno estremamente cruciale anche per il futuro del conflitto in Ucraina: è il giorno delle elezioni di mid-term (metà mandato) negli Stati Uniti: non sono mancati “botta e risposta” tra Washington e Mosca (con alcune personalità vicine a Putin che hanno minacciato interferenze nel voto), sebbene nelle ultime ore i toni si siano dimostrati decisamente meno accesi. Dal versante occidentale, il consigliere della Sicurezza Jake Sullivan ha rivendicato il diritto statunitense di tenere aperti i contatti diplomatici con la Russia e ha confermato contatti recenti tra le parti per ridurre il rischio di un ricorso alla bomba atomica. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il blocco sovietico, come dichiarato personalmente dal portavoce degli Esteri Maria Zakharova.