Elezioni midterm 2022: oggi è il grande giorno. Negli Stati Uniti in 168 milioni sono attesi alle urne per rinnovare tutti i seggi della Camera e un terzo di quelli del Senato, mentre 39 Stati eleggeranno anche i propri governatori. Ma si tratta di un appuntamento importante anche perché il voto cade a due anni dall’insediamento del presidente Biden, quindi a metà del suo mandato, rappresentando, dal punto di vista politico, un giudizio sul suo operato, oltre che un possibile quadro di quelli che saranno i due anni verso le nuove elezioni presidenziali, fissate per il 2024.

Elezioni midterm 2022: per cosa si vota e cosa dicono gli ultimi sondaggi

Si chiamano midterm elections perché si svolgono a due anni dall’elezione del presidente degli Stati Uniti – che, come noto, resta in carica quattro anni -, quindi a metà del suo mandato. E si tratta di elezioni che in Italia definiremmo legislative, per il rinnovo dei seggi del Congresso, composto da Camera e Senato. In questa tornata elettorale vengono rinnovati tutti i 435 seggi della Camera dei rappresentanti e un terzo dei 100 seggi del Senato (35 nel 2022). Inoltre, gli elettori di 39 Stati saranno chiamati ad eleggere anche i propri governatori. È quindi un voto molto importante, per due motivi: innanzitutto perché determina la composizione dei due rami del Congresso americano e la relativa maggioranza, ridefinendo il rapporto tra potere legislativo ed esecutivo negli ultimi due anni del mandato presidenziale (con la maggioranza il Presidente potrebbe continuare a realizzare la sua agenda legislativa, nominando giudici e ambasciatori); e poi perché, dal punto di vista politico, consente agli elettori di esprimere un giudizio sull’operato del Presidente, fornendo anche degli indizi sul posizionamento per le presidenziali del 2024: ad esempio, se i candidati sostenuti da Trump dovessero ottenere la maggioranza, la sua ambizione a ripresentarsi sarebbe rafforzata.

Negli ultimi giorni i sondaggi sembravano già indicare una lieve prevalenza dei repubblicani e, in effetti, al momento, il gradimento di Biden appare piuttosto basso: secondo Gallup, il 40% degli adulti americani approva il suo operato, rispetto al 57% del febbraio 2021 mentre, nello stesso periodo, per Trump si parlava del 43% e per Obama del 45%. Secondo delle rilevazioni del Wall Street Journal, il Partito di Trump starebbe guadagnando un sostegno crescente da parte degli afroamericani e dei latinos e si ipotizza che possa conquistare almeno una delle due Camere, se non entrambe. La situazione di partenza è di parità al Senato, dove i democratici e i repubblicani hanno nelle mani 50 seggi ciascuno, mentre alla Camera 220 seggi sono dei democratici, contro i 212 dei repubblicani. La maggioranza è in entrambi i casi del partito di Biden, perché la Costituzione americana prevede che in situazioni di pareggio (come quella del Senato), il vicepresidente possa votare per sciogliere lo stallo, avvantaggiando di fatto il suo partito. Ma tutti si aspettano, anche sulla base delle esperienze passate, un cambio degli equilibri: tra il 1938 e il 2014, il partito del presidente in carica ha sempre perso seggi nelle elezioni midterm.

Le dichiarazioni di Biden e Trump alla vigilia del voto

Il presidente Joe Biden ha ribadito di confidare nell’esito delle elezioni: “Abbiamo una possibilità di mantenere il Senato e di rafforzarci, e sono ottimista anche sulla Camera”, ha dichiarato. E ha poi attaccato l’ala trumpiana del partito repubblicano: “Stiamo affrontando alcune delle forze più cupe che abbiamo mai visto nella nostra storia. Questi repubblicani Maga (acronimo dello slogan trumpiano Make America great again, ndr) sono fatti di un’altra pasta, questo non è il partito repubblicano dei nostri padri, è una cosa differente”. Infine in Maryland, nell’ultimo comizio prima delle elezioni, ha affermato: “È arrivato per voi il momento di difendere la democrazia. Sappiamo che la nostra democrazia è in pericolo, ma noi saremo all’appuntamento. Il potere in America è là dove è sempre stato: nelle vostre mani, le mani del popolo”. Sull’altro fronte, Donald Trump ha detto in un comizio in Ohio: “Abbiamo bisogno di una vittoria a valanga, in modo che i dem non rubino o non trucchino le elezioni“, anticipando anche che il prossimo 15 novembre “farà un grandissimo annuncio a Mar-a-Lago”, ventilando nuovamente la sua ricandidatura alla Casa Bianca: secondo i sondaggi ci sarebbe il 71% di possibilità di rivederlo in lizza. Nel frattempo, oltre 40 milioni di americani hanno già votato in anticipo per corrispondenza, superando il record del 2018: una modalità di voto che, tradizionalmente, favorisce i democratici. Ad affermarlo è il sito US Elections Project.