Il nodo dell’anticipo dei tempi del congresso che sta animando da settimane il dibattito tra i dem, è emerso anche nella segreteria di oggi con Enrico Letta. A sollevarlo, si riferisce, sarebbe stato Enrico Borghi tra gli altri. Ma non c’è accordo tra le anime dem sullo stringere i tempi del congresso e la data del 12 marzo per le primarie – già frutto di una mediazione portata avanti da Letta tra chi voleva accelerare e chi no- votata in Direzione al momento resta invariata. Se si raggiungesse un nuovo accordo per anticipare le primarie, occorrerebbe o una nuova Direzione o un voto in assemblea nazionale se venisse avanzata una proposta in questo senso. La data dell’assemblea nazionale non è stata ancora fissata, ma si farà entro il 18 novembre.

Il messaggio del segretario e’ che quello che si apre oggi “deve essere un congresso davvero costituente”. Enrico Letta ha confermato, in occasione della segreteria, la sua funzione di arbitro della fase congressuale che si apre: “Io sono per accelerare i tempi”, ha detto il segretario stando a quanto riferisce chi era presente, “ma devo trovare un punto di caduta fra chi vuole accelerare e chi vuole piu’ tempo per discutere”. E, immediatamente dopo la segreteria, il segretario Pd ha lanciato il suo appello al di fuori del partito, “chiamando” a raccolta le forze dell’Italia progressista e democratica, quelle forze che possono partecipare alla fase costituente, portare il loro contributo senza necessariamente iscriversi al partito. E’ questa la fase che Letta vuole tutelare per fare di quello che si apre oggi il primo congresso dall’esito veramente incerto, quindi fondativo. Quello che ne emergera’, promette il leader dem, “sara’ un nuovo Pd”.