Giovanni Malagò, parlando della questione relativa al trattamento riservato alle atlete di ginnastica ritmica, lo dice senza mezzi termini: “Devo chiedere scusa, chi ha sbagliato pagherà”. Una vicenda triste, quella che è costretto a commentare il presidente del CONI dal 2013. Facciamo un piccolo riassunto.
La vicenda
Negli ultimi giorni alcune ex atlete di ginnastica ritmica hanno espresso nette dichiarazioni a riguardo di abusi subiti, sia a livello psicologico che a livello fisico, da parte degli allenatori. La prima a raccontare tutto è stata l’atleta della Nazionale Nina Corradini, e via via hanno preso il coraggio di farlo anche altre ragazze. Nina, oggi 19enne, ha raccontato di aver subito continue pressioni, offese ed umiliazioni, al fine di rientrare nel peso richiesto dagli allenatori della Nazionale italiana di ritmica. Dopo lo scoppio del caso, ha preso posizione anche il Presidente del CONI, Giovanni Malagò: vediamo le sue dichiarazioni.
Le dichiarazioni di Giovanni Malagò: “Chiedo scusa”
Ecco le parole presidente romano, che ha espresso la proria opinione riguardo alla scomoda, delicata e triste vicenda che ha posto i riflettori sul sistema della ginnastica ritmica italiana. Giovanni Malagò ha parlato proprio alle atlete, rivolgendo un messaggio empatico nei loro confronti e promette “giustizia”, ai microfoni di Repubblica:
Da presidente del Coni mi devo scusare, ma devo anche invite a non fare di tutta l’erba un fascio. Chi ha sbagliato, se lo ha fatto, pagherà. Bisogna capire, una volta accertati i casi, la reale dimensione del fenomeno.
Il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, una volta chiarito questo, ha poi continuato il suo discorso specificando alcuni temi:
La ginnastica più di altri sport ha nella questione del peso, uno dei suoi aspetti cruciali. Un certo grado di rigore e di ‘durezza’ è inevitabile. Diverso è quando si passa la linea e dal rigore si sconfina nella violenza, nell’umiliazione, nella vessazione.
Successivmaente, Malagò ha chiuso la sua intervista a Repubblica confermando:
Bisogna valutare se hanno sbagliato solo i singoli o se c’era un sistema che li ha indotti a commettere degli errori. In questo secondo caso si potrebbe parlare di responsabilità oggettiva, di tutti, Coni compreso. Se invece ci trovassimo di fronte a tante situazioni autonome, sarebbe solo un problema dei singoli soggetti.