Emergenza fame nel mondo: un argomento del quale purtroppo non si finirà mai di parlare. Secondo una recente ricerca della Fondazione Cesvi che ha presentato la 17esima edizione italiana dell’Indice globale della fame, sono 828 milioni le persone che rischiano la vita a causa della malnutrizione: 6 milioni più dell’anno precedente e 150 milioni in più rispetto al periodo precedente al Covid e ancora, nel 2023 ben 45 milioni di persone in 37 Paesi che rischieranno di morire di fame. Secondo la Fondazione Cesvi che opera in tutto il mondo per supportare le popolazioni più vulnerabili nella promozione dei diritti umani, nel raggiungimento delle loro aspirazioni, per lo sviluppo sostenibile, credendo che il riconoscimento dei diritti umani contribuisca al benessere di tutti sul pianeta, casa comune da preservare, la situazione è particolarmente allarmante nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale, ma anche in America centrale e del Sud, e sono in totale ben 46 i Paesi in cui non si riuscirà a raggiungere l’obiettivo fame zero previsto dall’agenda Onu per il 2030.

L’indagine della fondazione Cesvi

Emergenza fame nel mondo: la nuova analisi della Fondazione ha preso in considerazione 121 Paesi in cui è stato possibile calcolare il punteggio GHI (Global Hunger Index) che rappresenta uno dei principali indicatori dell’andamento della fame del mondo, sulla base dell’analisi di quattro indicatori: denutrizione, deperimento infantile, arresto della crescita infantile e mortalità dei bambini sotto i cinque anni, con altezza insufficiente in rapporto all’età. Secondo la recente indagine la situazione rischia anche di peggiorare da qui a poco tempo, si stima infatti che nel gennaio del 2023, 45 milioni in 37 nazioni avranno così poco cibo e saranno talmente malnutrite da rischiare addirittura la morte. Il Paese con un indice fortissimo di scarsità di cibo è lo Yemen a causa del conflitto interno iniziato nel 2015 e aggravato dalle conseguenze della guerra in Ucraina.

Aggravanti fame nel mondo

Ad aggravare il quadro già allarmante sono sicuramente vari fattori tra cui la guerra, il cambiamento climatico e la pandemia. Il cambiamento climatico sta riducendo la reperibilità di acqua e cibo ed è causato dalle attività antropiche che stanno provocando eventi metereologici estremi sempre più frequenti e intensi ma anche la pandemia di Covid-19 ha fatto la sua parte insieme alla recessione economica la quale ha inciso sull’aumento dei prezzi nei Paesi a basso e medio reddito. La situazione sta gravemente peggiorando: si stima che nel 2021 le persone in povertà estrema siano state 85 milioni in più rispetto al periodo pre-pandemia, mentre in 17 Paesi a basso e medio reddito sono calate qualità e quantità del cibo a disposizione; tutto ciò comporta a un quadro davvero triste della situazione globale e fa sì che entro il 2023 potrebbero essere oltre 45 milioni le persone a perdere la vita a causa della fame.