Gastrite, alimenti dannosi: molte ma molte persone fino a contare quasi a un milione soffrono di gastrite: solitamente avvertono dolori addominali, nausea, crampi e vomito. Basta poco però per allontanare questo dannato problema, assumendo atteggiamenti diversi nei confronti del cibo: sicuramente un’alimentazione adeguata e alcuni accorgimenti, possono migliorare la qualità della vita, senza necessariamente ricorrere ai farmaci.

Gastrite alimenti dannosi: cos’è la gastrite e quali sono le cause

Quando sentiamo parlare di gastrite dobbiamo ricondurre questo termine a un’’infiammazione della mucosa gastrica, che colpisce le pareti interne dello stomaco.

Molto spesso la gastrite non si fa sentire, si presenta asintomatica e dopo un pò ci accorgiamo che qualcosa non va, al contrario ci sono anche molte persone che avvertono sin da subito dolore, bruciore o fastidio a livello addominale, nausea o vomito, sintomi tutti questi, che in modo ingannevole ci portano a pensare nella maggioranza dei casi che si tratta di indigestione, ma di indigestione non si tratta.

La gastrite può essere acuta forma acuta, quando cioè i sintomi si manifestano all’improvviso, ma così come si presentano, in tempi brevi si possono risolvere se trattati nella maniera giusta, ed essere cronica, quando assistiamo al suo sviluppo lentamente con sintomi lievi che però perdurano nel tempo.

E’ chiaro che riconoscere da subito la sintomatologia è di grande aiuto per ricevere tempestivamente una diagnosi che se confermata da esami specifici ci richiede la prescrizione di una terapia adeguata.

Vediamo quali sono i fattori associati alla gastrite, e non ne sono pochi, anzi tra di essi riconosciamo:

  • il consumo eccessivo di alcol;
  • il fumo: la nicotina, infatti, peggiora notevolmente gli effetti negativi del caffè e delle bevande alcoliche, spesso assunti in concomitanza dai fumatori abituali. La nicotina stimola la secrezione di acidi gastrici a stomaco vuoto e interferisce con il processo digestivo dopo i pasti;
  • l’uso prolungato di farmaci antinfiammatori e antidolorifici: i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono danneggiare le pareti dello stomaco direttamente o indirettamente (non solo quando sono assunti per via orale, ma anche nelle altre modalità previste). Tra questi vanno ricordati alcuni antibiotici (penicillina, tetracicline, doxiciclina, clindamicina ecc.), i bisfosfonati (usati per la cura dell’osteoporosi), molti antitumorali (chemioterapici classici e immunoterapie di nuova generazione), alcuni farmaci contro la pressione alta (sartani) e vari agenti immunosoppressivi (necessari per il trattamento di malattie autoimmuni e dopo trapianto d’organo). Possono irritare notevolmente la mucosa gastrica, fino a determinare vere e proprie lesioni, anche integratori nutrizionali a base di ferro e cloruro di potassio ad alto dosaggio assunti per bocca per compensare severe anemie da deficit di ferro e condizioni di ipotassemia rischiose per la funzionalità del cuore;
  • stress psicofisico;
  • patologie autoimmuni;

Non si conoscono ancora le forme precise di contagio che sono ancora al vaglio dello studio scientifico. Quel che si è constatato è che la trasmissione più probabile è quella che avviene da persona a persona: un contatto diretto per via orale, o oro-fecale possono rappresentarne la causa. A rafforzare questa è il rinvenimento del batterio sia nelle feci che nella saliva.

La gastrite però è legata anche a una sua variante, quella che noi chiamiamo “gastrite nervosa”. Essa si manifesta di conseguenza a stati d’ansia, stress, preoccupazioni o anche ad un malessere psicologico molto intenso, come quello che segue la perdita di una persona cara.

L’altra variante esistente è di origine infettiva, che colpisce spesso persone giovani, è quella determinata dall’Epstein Barr Virus (EBV), lo stesso microrganismo responsabile della mononucleosi o “malattia del bacio”.

Una gastrite infettiva, che raramente si manifesta, infatti sono pochissimi i casi, è invece quella che può comparire in persone infettate dal Treponema pallidum, il batterio responsabile della sifilide.

Una gastrite più o meno severa affligge anche chi soffre di malattia di Crohn o di altre malattie infiammatorie croniche intestinali (soprattutto dopo l’esecuzione di un intervento chirurgico a livello del tubo digerente) e, seppur rare, esistono anche forme autoimmuni di gastrite.

Per curare la gastrite è sempre necessaria una diagnosi precisa del medico. In genere è sufficiente un’anamnesi dettagliata basata sui sintomi riferiti dal paziente, ma in alcuni casi è necessario indagare meglio con esami obiettivi specifici. Una volta individuate le cause, sarà il medico stesso a prescrivere la terapia farmacologica più adatta, associandola a un piano dietetico mirato.

Gastrite, alimenti dannosi: ecco i cibi da evitare assolutamente

Anche l’alimentazione fa sicuramente la sua parte, infatti l’insorgenza del disturbo può essere facilitata da scorrette abitudini alimentari che, se opportunamente corrette, portano a far scomparire i sintomi evitando che ricompaiano in modo recidivo.

Di seguito una lista di cibo da non assumere nel caso di una gastrite cha assume una forma acuta:

  • Alcolici e superalcolici: il consumo eccessivo di bevande alcoliche può essere causa di gastrite, perché l’alcol è irritante per lo stomaco. Vino, birra e superalcolici in genere andrebbero, perciò, evitati quando si presentano i sintomi e sarebbe comunque opportuno ridurre le quantità anche quando il problema si risolve;
  • Il cioccolato può causare irritazione alle pareti dello stomaco;
  • Cibi ricchi di grassi, che spesso risultano di difficile digestione;
  • Spezie, come il pepe, e alcune erbe aromatiche, come la menta, non andrebbero utilizzate, mentre in alcuni casi, il peperoncino, in piccole quantità, può avere effetto cicatrizzante e digestivo;
  • Cibi acidi e zuccherini,  come i pomodori, le melanzane, i peperoni, gli agrumi, l’ananas, i kiwi, l’uva;
  • Alcuni condimenti, come l’aceto e il limone, così come le salse;
  • Carni rosse e di maiale, specialmente se cotte alla griglia, i prodotti affumicati e gli insaccati;
  • Latte e latticini in genere sono controindicati, ma in particolare i formaggi stagionati, ricchi di grassi e difficili da digerire;
  • Acqua molto fredda, frizzante e bibite gassate in genere;
  • Caffè, tè e bevande energizzanti;
  • Aglio e cipolla, sia crudi che cotti, poiché possono essere indigesti;
  • Verdura: gli alimenti ricchi di fibre come le verdure rallentano la digestione, pertanto andrebbero evitati; tuttavia, alcune di queste sono indicate anche in caso di gastrite perché hanno un basso contenuto di cellulosa, come le zucchine, i finocchi e la lattuga.

Gastrite, alimenti dannosi: ecco invece quelli buoni

Qui di seguito invece si propone la lista dei cibi che possono essere assunti anche regolarmente perché non recano nessun danno:

  • pasta, riso, cereali integrali e avena: Questi cibi che vanno bene durante la prima parte della giornata (colazione, pranzo o per lo spuntino di metà mattinata). Nell’elenco degli alimenti consigliati ci sono anche i crackers, le fette biscottate e la frutta (non a quella varietà che ha propria acidità);
  • carne bianca, pesce e tanta acqua: via al pesce magro (ad esempio il branzino), le carni bianche (pollo e tacchino in primis), le patate e l’olio extravergine d’oliva come condimento, sempre aggiunto con moderazione. In generale è meglio la cottura a vapore, ai ferri o al forno. Molto importante è bere la giusta dose di acqua durante i pasti, in piccole quantità ed evitando di andare al di sotto del litro e mezzo al giorno;
  • Per quanto riguarda i latticini o altri derivati del latte, è preferibile virare su formaggi come il primo sale e il grana padano, e non i formaggi freschi e le mozzarelle;
  • Olio extravergine di oliva, da preferire al burro e ad altri grassi di origine animale che possono irritare le mucose.

Consigli e buone abitudini alimentari

Il problema gastrite va combattuto soprattutto a tavola, una volta assodato quali sono i cibi che si possono consumare, ebbene sottolineare anche quali sono gli atteggiamenti giusti da adottare.

  • Dedicare il giusto tempo al pasto: mangiare velocemente e deglutire troppo in fretta è una delle cause scatenanti della gastrite. Per una buona digestione è fondamentale masticare lentamente;
  • Evitare pasti troppo abbondanti, soprattutto la sera: suddividere i pasti nell’arco della giornata e possibilmente a orari regolari contribuisce a migliorare la digestione e a non affaticare troppo lo stomaco;
  • Mangiare cibi molto asciutti come pane tostato, grissini e fette biscottate contribuisce a tamponare l’acidità e quindi il bruciore di stomaco, soprattutto tra un pasto e l’altro;
  • Sarebbe bene non consumare cibi brodosi, come zuppe e minestre, che possono, contrariamente a quanto si crede, aumentare l’acidità;
  • Evitare cibi troppo freddi come gelati e bibite ghiacciate, o troppo caldi come minestre o tisane bollenti, che possono irritare lo stomaco;
  • È preferibile non consumare frutta subito dopo il pasto per non rallentare la digestione e quindi lo svuotamento gastrico;
  • Può essere utile camminare dopo i pasti per favorire la digestione;
  • Non digiunare troppo a lungo, poiché la permanenza dei succhi gastrici a lungo nello stomaco è controproducente;
  • Prediligere cotture brevi e semplici, evitare cotture prolungate, cibi lessati o fritture;
  • Sorseggiare una piccola tazza di tisana di alloro e limone prima di andare a letto può avere effetto digestivo e lenitivo, pertanto può essere un buon rimedio per combattere la gastrite. Tra i rimedi naturali, anche camomilla e malva hanno proprietà lenitive, protettive e antinfiammatorie per lo stomaco.
  • Se il bruciore di stomaco è associato a gonfiore addominale, può essere utile stimolare la digestione lenta masticando un po’ di zenzero o assumendo tisane a base di finocchio e/o liquirizia. Meglio non esagerare con la liquirizia se si soffre di pressione alta, malattie cardiache o disturbi del drenaggio linfatico.

Come trattare la gastrite?

Se il medico, ritiene dopo aver visionato gli esami e fatto attente valutazione che per migliorare la situazione è “solo sufficiente” seguire i consigli alimentari aggiungendo farmaci sintomatici al bisogno, allora al bisognoviene consigliata l’assunzione di farmaci antiacidi e procinetici che, attenuando l’acidità di stomaco e facilitandone lo svuotamento, rendono la digestione più rapida e “serena”, riducendo anche l’eventuale gonfiore addominale. 

Se, però sempre dopo attende valutazioni il medico ritiene che all’origine della gastrite ci sono problematiche ben precise (ad esempio un’infezione da Helicobacter pylori), allora è necessaria una terapia con antibiotici in grado di eliminare il batterio dall’apparato digerente nell’arco di 7-14 giorni.

Tra le gastriti da gestire in modo più delicato ci sono quelle riconducibili ai farmaci, cioè quelli indotti da farmaci antinfiammatori o da altri medicinali irritanti per le pareti dello stomaco. 

Nella fattispecie, il medico dovrà valutare se è possibile ridurre il dosaggio o prevedere un’assunzione intermittente del farmaco a rischio a cui sarà necessario abbinare sempre farmaci gastroprotettori, in grado di limitarne l’azione lesiva sulla mucosa gastrica.

Le complicanze

La gastrite deve essere necessariamente trattata, perchè al contrario porterebbe all’insorgenza di gravi complicanze, quali:

  • Ulcere gastriche;
  • Emorragie allo stomaco;
  • Perforazioni dello stomaco;
  • Anemia perniciosa, possibile complicanza della gastrite atrofica;
  • Iperomocisteinemia per carenza di vitamina B12;
  • Aumento del rischio di carcinoma gastrico, complicanza derivata da gastrite atrofica autoimmune o da gastrite  pylori-dipendente non curate;
  • Shock ipovolemico e morte (complicanze estremamente rare, derivate dalla gastrite emorragica non trattata).

Il batterio associato alla gastrite: l’Helicobacter pilori

Ci sono casi in cui, la gastrite può essere associata anche all’infezione di un batterio, l’Helicobacter pilori che, se non curata con antibiotici opportuni, può portare alla formazione di ulcera gastrica. Helicobacter pylori è il microrganismo responsabile, o comunque coinvolto, nell’insorgenza della maggioranza dei casi di malattia da reflusso gastroesofageo e ulcera gastrica.

Come ci si contagia, ma soprattutto come lo possiamo debellare? 

Il batterio ha una conformazione a spirale (da Helicobacter), e infetta soprattutto il piloro (pylori), il tratto di passaggio dallo stomaco all’intestino. E’ piccolo tant’è che ha una lunghezza di pochi micron ed è dotato di flagelli, (piccole code) che gli consentono di muoversi, ed andare ad insidiare la mucosa gastrica.

Dà luogo a una infiammazione che sviluppa lentamente, ma finisce col danneggiare le cellule del rivestimento gastrico più interno. E’ il principale fattore scatenante dell’ulcera gastrica e duodenale.

Contiene un enzima, l’ureasi, in grado di trasformare l’urea presente nello stomaco in ammoniaca e acido carbonico, i quali annientano in buona parte l’acidità dei succhi gastrici che di per sé contrasterebbero il batterio. L’Helicobacter pylori in questo modo si crea un ambiente tutto suo dove può tranquillamente proliferare.