Poste Italiane multate dall’Antitrust: a seguito di un’istruttoria che preveda l’omissione e la formulazione in modo ingannevole per quanto riguarda le informazioni relative ai rimborsi legati ai buoni fruttiferi postali, l’Antitrust ha deciso di erogare una sanzione di importo pari a 1,4 milioni di euro a carico delle Poste Italiane.
Queste ultime sono controllate per il 65% dallo Stato e, da sempre, godono di un’ottima reputazione per quanto riguarda la bontà degli investimenti, che soprattutto le generazioni passate hanno sempre ritenuto prive di rischio.
Basta masticare un po’ di economia e/o di finanza per sapere che il rischio zero non esiste, ma ad ogni modo tale rischio varia in base al rendimento che i buoni fruttiferi postali offrono.
Offrendo dei bassi rendimenti, è logico pensare che questi titoli propongano anche una bassa percentuale di rischio di perdere i propri soldi investiti.
Ed infatti così è sempre stato, ma ad oggi a quanto pare non ci si può fidare nemmeno dei buoni fruttiferi postali, dal momento che l’Antitrust ha sanzionato Poste Italiane per una cifra pari a 1,4 milioni di euro. Ecco la motivazione spiegata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato:
“La società ha omesso e/o formulato in modo ingannevole informazioni essenziali relative ai termini di scadenza e di prescrizione dei titoli. Grazie alle iniziative prese nel frattempo da Poste a favore dei consumatori, la multa è stata ridotta del 60%.
La normativa prevede infatti che i diritti dei titolari dei Buoni fruttiferi postali si prescrivano dopo dieci anni dalla data di scadenza del buono, con la conseguenza che né il capitale né gli interessi siano più esigibili. Le somme vengono devolute a favore dello Stato per i Buoni emessi fino alla data del 13 aprile 2001 e a favore del Fondo per indennizzare i risparmiatori rimasti vittime di frodi finanziarie per quelli emessi successivamente.
La condotta di Poste è stata dunque ritenuta idonea a indurre in errore il consumatore per quanto riguarda l’esercizio dei diritti di credito relativi al Buono sottoscritto. L’Autorità ha inoltre accertato che, riguardo ai titoli cartacei caduti in prescrizione almeno negli ultimi cinque anni, Poste ha omesso di informare preventivamente – e in maniera adeguata – i titolari di Buoni prossimi alla scadenza del termine di prescrizione, causando il mancato rimborso dei relativi importi.
Si è ritenuto che questa condotta violi i doveri di diligenza professionale ragionevolmente esigibili da Poste in base ai principi generali di correttezza e di buona fede e che sia idonea ad alterare il comportamento economico del consumatore in relazione all’esercizio dei diritti di credito relativi ai Buoni”.
Ciò nonostante l’Antitrust ha deciso di ridurre del 60% la sanzione inflitta a Poste Italiane, dal momento che l’Autorità “ha rilevato che, durante il procedimento, Poste ha messo in campo diverse iniziative per migliorare l’informativa fornita ai consumatori sui termini di scadenza e di prescrizione dei Buoni fruttiferi postali, tra cui le modifiche della documentazione precontrattuale e contrattuale, l’inserimento nel modulo cartaceo del Buono di una dicitura che ricorda la possibilità di ottenere il rimborso del titolo solo entro il relativo periodo di prescrizione e un sistema di alerting individuale sulle date di scadenza e di prescrizione per i sottoscrittori di Buoni emessi dal 1 gennaio 2009.
Proprio considerando queste iniziative a favore dei consumatori, l’Autorità ha deciso di ridurre del 60% l’ammontare della sanzione”.
Poste Italiane multate dall’Antitrust: la soddisfazione delle associazioni
Alcune associazioni hanno espresso “soddisfazione per la sanzione” che è stata erogata a Poste Italiane, a causa delle “carenti informazioni sulla scadenza dei buoni fruttiferi postali”.
Adiconsum Sardegna, infatti, dalla quale è partita l’istruttoria dell’Antitrust “chiede all’azienda di rimborsare tutti i risparmiatori coinvolti nel caso”.
Anche l’Unione nazionale consumatori ha commentato la vicenda:
“Era ora. I comportamenti di Poste Italiane sui buoni postali sono da anni a dir poco inqualificabili”.
LEGGI ANCHE Canone Rai fuori dalla bolletta: come fare domanda entro il 15 novembre