Quentin Tarantino Marvel e tanto desiderio da parte del pubblico affezionato ad entrambi i mondi di vedere il padre di Pulp Fiction, scendere nel campo dei supereroi più amati e acclamati del mondo. Un desiderio che, a detta del regista in persona, non verrà mai soddisfatto.

Quentin Tarantino Marvel

“Tutti dalla Marvel”: si tratta di un NO

Quentin Tarantino, infatti, celebre regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense, ha dichiarato recentemente che non farebbe mai parte della grande famiglia MCU, a cui invece, negli ultimi anni, si affacciano innumerevoli profili registici e figure cinematografiche degne di nota, pronte ad arricchire la notorietà del franchise e la gola dei fan che, accaniti, attendono l’ultima trovata sorprendente dalla grande giostra dell’intrattenimento.

Che cos’ha detto Quentin Tarantino sui progetti Marvel e sui registi che decidono di affacciarsi a questo mondo cine comic, carico di colore, sorrisi, combattimenti ed effetti speciali scintillanti con cameo di attori e protagonisti “super-famosi?”

Quentin Tarantino film Marvel preferiti: anche lui ne ha

Il regista di classici come Iene, Pulp Fiction, Kill Bill, ha parlato. Non dirigerà film Marvel. Non c’era mai stato dubbio a riguardo.

Il genere trattato da Quentin Tarantino è molto lontano da quello promosso dai Marvel Studios. Tuttavia, anche lui è stato spesso interrogato sulla possibilità di prendere parte ai progetti MCU.

Un dato di fatto ormai, per gli spettatori e l’ambiente di Hollywood, che sia un’abitudine vedere tanti cineasti affacciarsi e integrarsi in questo mondo colorato e quasi sempre più che conveniente dal punto di vista economico.

A dispetto di come si potrebbe al primo colpo immaginare, Quentin Tarantino non è snob: ha visto parecchi film Marvel, puntellando la sua visione con qualche apprezzamento.

“Penso che gli unici cinecomic che ho visto nell’ultimo anno al cinema siano stati Wonder Woman e Black Panther “.

La regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letizia Wright),M’Baku (Winston Duke),Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje combattono per proteggere la loro nazione dalle potenze mondiali che intervengono dopo la morte del re T’Challa. Gli eroi devono unirsi insieme con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e Everett Ross (Martin Freeman) per dare vita ad nuova era del regno di Wakanda. Arriva al cinema dal 9 novembre e distribuito da The Walt Disney Company Italia uno dei titoli più attesi della nuova stagione: BLACK PANTHER : WAKANDA FOREVER, il film Marvel Studios con la regia di Ryan Coogler e un cast di star afroamericane. Il sequel arriva dopo lo choc della prematura scomparsa di Chadwick Boseman, il carismatico interprete di re T’Challa / Black Panther nel film del 2018 vincitore di tre Oscar, scomparso a soli 43 anni, nel 2020, per un tumore al colon. (Ansa, ufficio stampa)

Aveva ancora rivelato il regista:

“ma da un paio di mesi ho iniziato a recuperare diversi film Marvel per poter vedere Endgame“.

Tarantino ha anche espresso il suo parere su quale sia il suo preferito:

Thor: Ragnarok è nettamente il mio preferito dai tempi di The Avengers”.

Quentin Tarantino Marvel: perché no?

Il regista, nonostante l’intrattenimento e il gusto personale che non demonizza affatto i film Marvel, ha dichiarato che non ne girerebbe mai uno. Perché?

Il regista ha definito lavorare per Marvel una mansione da mercenari. Secondo quanto attestato su Los Angeles Times, afferma che unirsi all’MCU è un modo per alcuni registi per trovare notorietà, un lavoro. Lo dice con questi toni che non lasciano spazio a fraintendimenti, a primo impatto:

“Devi essere un mercenario per fare queste cose. Io non sono un mercenario. Non sto cercando un lavoro”.

Eppure, quella di Tarantino non per forza deve essere letta come una critica negativa. Ciò che potrebbe intendere il regista è più legato alla libertà artistica che può essere espressa all’interno dei film. Per un autore del suo genere, è chiaro che serva uno spazio di azione e creatività molto libero che non può essere soddisfatto dalle limitazioni, il target, lo schema, richiesto dall’universo Marvel.

Il suo ragionamento è dunque soggettivo e anche comprensibile, se ci fermiamo a riflettere sui temi e le scene girate nella maggioranza delle sue opere.

Il film maker ha anche detto che la verità è che oggi i registi:

“non vedono l’ora che arrivi il giorno in cui la moda dei supereroi finirà” proprio come è già capitato negli anni Sessanta: i registi festeggiarono quando nei grandi Studios cominciò a spegnersi la moda dei musical.

Curioso oggi sarebbe riflettere su un ritorno anche di questa ondata: non solo l’avvento del cinecomic, ma anche il ritorno del successo dei musical, prodotti a catena negli ultimi anni, e che vantano di notorietà non indifferente (West Side Story; Tick, Tick… Boom!; Elvis, per citarne alcuni tra il 2021 e 2022).

Non una condanna, ma uno spunto di riflessione

Questo dunque non rende Tarantino un regista che condanna la cultura pop o che guarda con disprezzo a tutte le grandi produzioni lanciate ad esempio da case dello streaming: (il mondo del cinecomic, gli action-movie o lo sci-fi promosso da Disney+).

Semplicemente, a lui non interessa affrontare questo genere e non cerca nessuna gloria da questo universo (o multiverso, se vogliamo dirlo con un occhio più sbarazzino ai fan del franchise).

D’altronde, la sua gloria è da tempo brillante e ammirata, sia dai fan, sia dal mondo del cinema.