Si conclude il viaggio di Papa Francesco nella Penisola Araba: il Pontefice ha lasciato in questi istanti il Bahrein e si appresta a fare ritorno in Vaticano, dove è atteso intorno alle 17. Questa mattina Bergoglio ha tenuto l’ultima udienza prima della Cerimonia di congedo alla presenza delle più alte cariche dello stato islamico.
Papa Francesco, il resoconto del viaggio in Bahrein
Un viaggio all’insegna dell’ottimismo e di evasione dalla dura realtà europea: pur non mancando di continuare a rivolgere accorati appelli di pace, Papa Francesco ha riscoperto il piacere di avvicinarsi alla cultura islamica del Bahrein, ricordando il suo illustre passato umanitario.
La sua agenda di domenica 6 novembre ha previsto la visita alla Chiesa del Sacro Cuore, l’incontro con una decina di pellegrini cattolici residenti nel Paese, prima della preghiera con i Vescovi, i Sacerdoti, i Seminaristi e gli Operatori Pastorali. Infine, un omaggio a Sua Maestà il Re del Bahrein, Hamad bin Isa bin Salman Al Khalifa, nella Royal Hall, alla sua famiglia e al ministro della Giustizia a cui ha dedicato anche un telegramma.
L’udienza conclusiva ha ricalcato il filo conduttore espresso in questi giorni, con l’invito a riscoprire i valori più puri dell’essere umano: nessuno spazio dunque a “egoismo, divisione, litigi, malelingue” e a tutto ciò che minaccia l’integrità della comunità. C’è un solo linguaggio che supera il clima di odio e differenze, quello dell’amore, inno alla fratellanza universale e alla comprensione globale. Poi ricorda che il buon cristiano “non è colui che ristagna placido nel quieto vivere, ma colui che si sporca le mani di pace”.
Il buon cristiano è colui che sa anche dare l’esempio, facendo sentire per primo gli altri come fratelli. Un atteggiamento essenziale in una società multireligiosa e multiculturale come quella costruita dalla globalizzazione. Poi il canonico pensiero di preghiera per le vittime della guerra, in Ucraina, in Etiopia e nel Libano. Cappello conclusivo a sostegno dei detenuti, a cui chiede di “prestare attenzione” in quanto “fratelli feriti e sofferenti”. Il valore e la dignità di una società dipendono anche da come si trattano gli ultimi.