Di rumor e indiscrezioni ne sono giunti parecchi in questi mesi di guerra in Ucraina, tuttavia quella riportata dal Washington Post questa mattina è da prima pagina: secondo il quotidiano americano, il presidente Joe Biden è disposto a fare pressione su Volodymyr Zelensky affinché prenda in considerazione l’ipotesi di negoziare con la Russia.

Il tabloid si trincera dietro alla comune firma di “fonti anonime ben informate” e spiega che l’unica alternativa plausibile sarebbe la deposizione dalla presidenza russa di Vladimir Putin. Il motivo? Il fatto che la crisi economica internazionale rende sempre più insostenibile finanziare una guerra che si sta rivelando lunga e difficoltosa, con il rischio nucleare sullo sfondo. Parole che arrivano a pochi giorni dalla visita di Jake Sullivan, Consigliere della Sicurezza Usa, a Kiev.

La spiegazione degli Usa: “Diversi partner soffocati dai costi della guerra in Ucraina”

A ulteriore giustificazione, il WP scrive che sono altri i governi partner che avrebbero informato Biden sull’impossibilità di reggere questo ritmo nel sostenere i costi della guerra in Ucraina. La Russia, secondo la prospettiva del Pentagono, sta aumentando la frequenza delle sue operazioni, dicendosi altresì poco convinto sulle reali intenzioni del Cremlino di sedersi al tavolo delle trattative. Tra i possibili retroscena spunta anche l’ipotesi di un brusco cambio di tendenza sul sostegno a Kiev nel caso in cui i repubblicani dovessero assicurarsi il Parlamento in caso di vittoria alle elezioni di metà mandato.

Per l’Ucraina, tuttavia, i negoziati non sono una strada percorribile se implicano la cessione delle repubbliche annesse alla Federazione Russa lo scorso settembre. Al contempo, Kiev esprime un po’ di perplessità a fronte dell’atteggiamento dell’Occidente, temendo che i partner possano sfilarsi da un momento all’altro. A ricordare il possibile scenario di una sconfitta ucraina è intervenuto il consigliere presidenziale Mykahylo Podolyak, il quale ha paragonato la trattativa con la Russia di Putin a un “patto con il Diavolo”.

Andriy Yermak, capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, ha ribadito il concetto sostenendo che “un aggressore non può mai essere trattato come pacificatore“.