Inizia oggi a Sharm el-Sheikh, in Egitto, il Cop27 vale a dire il più grande evento internazionale sull’ambiente: fino al prossimo 18 novembre l’Onu farà il punto sulla crisi dettata dai cambiamenti climatici e sulle ripercussioni che ciò causerà in un orizzonte temporale che arriva al 2050.
A tal proposito, la frase simbolo del comunicato di apertura è quella in cui le Nazioni Unite prevedono “che tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico provocherà circa 250mila morti in più all’anno“. Le cause dell’impennata dei decessi sarebbero malnutrizione, malattie alimentari e stress da caldo. Non solo, perché il report sottolinea che anche i danni economici continueranno a crescere in proporzione ai tempi di intervento: più si aspetterà e maggiore sarà lo sforzo finanziario che l’umanità dovrà compiere.
Cop27 Onu, quali sono i danni causati dai cambiamenti climatici
L’Onu sceglie dunque un tono aspro e severo per aprire i lavori del Cop 27, la conferenza annuale sul clima che verterà nuovamente sui cambiamenti climatici. L’imperativo è unico, “agire subito”, sono già numerose le manifestazioni che sottolineano il carattere urgente dell’iniziativa. Sullo sfondo resiste l’Accordo di Parigi: contenere il più possibile il riscaldamento globale entro 1,5°C.
Nello statement vengono riportate anche le parole del direttore dell’Oms (l’Organizzazione Mondiale della Sanità”), Tedros Adhanom Ghebreyesus: quest’ultimo sottolinea gli effetti collaterali alla salute causati dai cambiamenti climatici, in sintesi “siamo tutti più vulnerabili ed esposti” poiché “la nostra salute dipende da quella degli ecosistemi che ci circondano“. Focus sulla contaminazione degli habitat animali e sugli eventi meteorologici estremi. Tra gli esempi citati ci sono la fame nel Corno d’Africa e le inondazioni che hanno flagellato il Pakistan.
Capitolo conclusivo sull’energia rinnovabile e sulle emissioni inquinanti, discorso che si allaccia con il tema della salute. Secondo lo studio dell’Onu, entro il 2050 si potrebbero salvare quasi 2,5 milioni di vite umane grazie a una migliore qualità dell’aria. Sul tavolo l’Accordo di Glasgow del 2021, che prevede un massiccio investimento nell’energia pulita, ritenuta anche più a buon mercato allo stato attuale. Obiettivo progressiva decarbonizzazione.