Sardegna carceri sovraffollate: una situazione che continua a peggiore, con l’aumento del numero dei detenuti e la scarsa disponibilità di posti e personale. La situazione più critica è quella di Tempio, in Gallura, nella Casa di Reclusione di Nuchis, dove il sovraffollamento raggiunge addirittura il 113,5%. Ma condizioni di disagio si registrano in tutta l’isola e secondo Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” non basta che si parli della costruzione di nuove strutture.

Sardegna carceri sovraffollate: condizioni critiche in tutta l’isola. Ma il problema non è solo lo spazio

È una situazione destinata a peggiorare inesorabilmente, quella del sovraffollamento delle carceri in Sardegna. “Nella Casa di Reclusione di Nuchis, dove ci sono i detenuti dell’alta sicurezza, per 170 posti ci sono 193 ristretti (113,5%). Quello gallurese è anche una delle strutture senza un direttore in pianta stabile. A gestire l’Istituto è infatti Orazio Sorrentini, direttore della Casa Circondariale di Busto Arsizio, le cui qualità sono molto apprezzate, ma ovviamente non ha un compito facile”. A sostenerlo è Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” – impegnata nella promozione di iniziative per offrire un aiuto ai cittadini in difficoltà e far valere i loro diritti -, prendendo in esame i dati forniti dall’Ufficio Statistica del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, che fotografano la realtà detentiva al 31 ottobre 2022.

“Condizioni di disagio – ha proseguito – si registrano a Oristano (263 detenuti per 267 posti), Nuoro (246 per 375 ma un’ala di circa 100 posti è chiusa in attesa di ristrutturazione e recentemente si è verificato una caduta di calcinacci anche in un’infermeria con indispensabile temporaneo trasferimento), Sassari-Bancali (428 per 454 – 90 presenze al 41bis) senza dimenticare Cagliari-Uta (537 presenze per 561). Ciò che manca nel resoconto ministeriale è la reale condizione delle celle e delle problematiche connesse con la gestione dei ristretti“. Per Caligaris l’auspicio è “che il tema non sia solo quello di nuove carceri”.

In effetti, il neoministro della Giustizia Carlo Nordio ha posto in cima alla lista delle sue priorità la conoscenza della realtà delle carceri italiane e sta effettuando delle visite nelle strutture problematiche. Proprio qualche giorno fa aveva parlato del “potenziamento delle strutture edilizie” delle carceri e delle “risorse umane”, sottolineando la necessità di costruire nuove carceri e migliorare quelle esistenti, incrementando anche il trattamento economico degli agenti penitenziari e di chi lavora nelle strutture di detenzione “in condizioni veramente difficili”. Ma aveva anche aggiunto che “la certezza della pena, che è uno dei capisaldi del garantismo, prevede che la condanna deve essere eguita, ma questo non significa solo carcere e soprattutto non significa carcere crudele […]. Il detenuto deve essere aiutato nel suo recupero”.

È quello che ci si aspetta in Sardegna, dove “servono strutture alternative, centri e comunità dove le persone, quando è necessario – ha concluso Caligaris –  vengano davvero curate e gestite in modo che possano essere reintegrate in società. Servono direttori e operatori penitenziari, occorrono più psicologi e psichiatri e più educatori, mediatori e operatori culturali. In Sardegna da gennaio si attende un altro provveditore, i direttori sono tutti a scavalco e le Colonie Penali utilizzate al 50%”.

Nel carcere di Bancali e Nuchis la situazione è anche oggetto di verifica da parte della Procura generale

Il Procuratore generale Luigi Patronaggio sta portando avanti anche delle verifiche sul carcere di Bancali, dopo che, qualche giorno fa, un detenuto aveva malmenato un medico all’interno dell’infermeria della struttura penitenziaria: solo l’ultimo di una lunga serie di episodi di violenza verificatasi nel carcere sassarese. Ma nel mirino della Procura c’è anche quello di Nuchis, dove, come messo in luce anche da Caligaris, la situazione di sovraffollamento è drammatica.