Completate all’alba le operazioni di sbarco al porto di Catania dei 180 migranti della nave Humanity, guidata dall’Ong Sos Mediteranee. La procedura è stata attivata nella notte (intorno alle 23.30) dopo l’ok dell’Italia all’ingresso della nave nelle acque nazionali a causa delle previsioni meteo in forte peggioramento.
La stessa Ong aveva tuttavia dichiarato di essere alla ricerca di un porto sicuro e che il porto etneo non era la destinazione prefissata. Successivamente il governo ha deciso di concedere assistenza ai minori, alle donne e a tutti coloro che si trovavano in condizioni di salute critiche, secondo quanto stabilito dall’ultimo decreto promulgato.
Alle operazioni hanno contribuito la Guardia costiera, le forze dell’ordine, ambulanze e autobus. Presenti anche i funzionari della Protezione Civile di Catania e del Dipartimento regionale e i volontari della Croce Rossa italiana, che hanno distribuito ai migranti i viveri di prima necessità. Successivamente sono previste le procedure di accoglienza nel palazzetto dello sport a comincia dai test covid-19.
Catania, braccio di ferro su Humanity: la Ong chiede lo sbarco di tutti i migranti
Dei 180 migranti a bordo dell’Humanity 1, 24 non hanno ricevuto l’autorizzazione allo sbarco in quanto “uomini adulti, senza problemi medici”. Sono i dati forniti da Sos Mediterranee, l’Ong che segue una delle tre navi al largo del Canale di Sicilia nell’ultima settimana insieme alla Ocean Viking (sbarcata in Francia venerdì) e alla Geo Barents, entrambe battenti bandiera norvegese.
Ma ora c’è da superare lo scoglio della richiesta di Sos Mediterranee, la quale chiede ufficialmente lo sbarco dei 24 migranti ancora a bordo. Alcuni portavoce ritengono “illegale” distinguere i migranti in base al loro status fisico poiché sono tutti accomunati dalla stessa condizione umana. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha spiegato il cambio di prospettiva dell’Esecutivo, ribadendo il principio per cui “non si è voluto accettare la sfida tribale di chi ha disposto ad usare le persone per calpestare diritto, accordi e leggi“. Il co-fondatore di Fratelli d’Italia parla di “umanità e fermezza in simbiosi”, condividendo la linea tracciata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e accusando la Germania di “essere intervenuta a gamba tesa sapendo di essere in torto”. Per l’Italia vale l’accordo di Dublino: il soccorso spetta al Paese di riferimento della nave.
Non sono io il capitano, non decido io, ma lasciare il porto di Catania se non dovessero sbarcare tutti i migranti che sono a bordo della nave sarebbe illegale, perché sono tutti profughi