Mondiali 2006-Destino Azzurro: un documentario con una serie che arriva il 5 novembre per farci rivivere le grandi emozioni che hanno visto la nazionale italiana di calcio vincere i mondiali 2006.
Mondiali 2006 documentario: dove vedere la serie
La docu-serie Mondiali 2006 uscirà in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand. In esclusiva sarà accessibile solo su Sky Documentaries a partire dal 5 novembre alle 17.15 e alle 21.15, in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand.
Il documentario sui Mondiali 2006 sarà trasmesso anche su Sky Sport Uno da lunedi 7 novembre a giovedì 10 novembre alle ore 23.00.
Mondiali 2006-Destino Azzurro: il cast
Una serie tv sportiva per ricordare la coesione dell’Italia 2006: una squadra che ha trasmesso energia, entusiasmo e grande gioia con la sua vittoria dei mondiali allo scontro finale del 9 luglio, contro la “rivalissima squadra francese”, crollata ai rigori dopo una battaglia sul campo di cui ancora possiamo sentire i brividi e le urla.
Tra voci, materiali, interviste, non mancheranno testimonianze dirette dei grandi protagonisti:
Tra i molti ospiti, spiccano i nomi di grandi protagonisti del calcio italiano e mondiale come: Gianluigi Buffon, Fabio Cannavaro, Pierluigi Collina, Paolo Condò, Alessandro Del Piero, William Gallas, Gennaro Gattuso, Fabio Grosso, Jurgen Klinsmann, Marcello Lippi, Gabriele Marcotti, Marco Materazzi, John Terry e Luca Toni.
Mondiali 2006 – Destino Azzurro, è una docu-serie diretta da Luca Severi e una creazione ideata da Alessandro Mamoli. Il consulente sportivo del documentario è Paolo Condò.
Lo show è organizzato in quattro puntate e prodotto da Wildside, società del gruppo Fremantle, e Sky.
La trama: un percorso da campioni
Seguiremo le fila di una squadra con tanta grinta e ottime capacità, ma che ha vissuto esperienze negative all’estero. A parlarcene nella serie è proprio l’allenatore Marcello Lippi, che nel documentario ricorda l’Italia così:
“Il mondo considerava quattro o cinque squadre favorite per la Coppa del Mondo e noi non eravamo fra queste”.
Eppure è riuscita a superare bene il primo girone, nonostante le scommesse, i pareri, le critiche, le previsioni e i pronostici negativi da parte sia del pubblico, sia degli esperti.
E da lì una corsa continua verso gli ottavi di finale in cui l’Italia si batte con Australia: una lotta a cielo aperto per la quale la nazionale deve credere fino in fondo, data la sconfitta all’ultima edizione dei Mondiali proprio durante lo scontro con l’Australia.
A dispetto di tutte le aspettative, dopo un brutto infortunio, è Francesco Totti a decretare la vittoria degli Azzurri con un rigore determinante. Poi, arriva l’Ucraina, la triste notizia del tentato suicidio di Gianluca Pessotto e tanto altro ancora, dentro e fuori le linee bianche del campo.
Tante prove, tante corse e sfide, fisiche e psicologiche, che hanno segnato e forgiato una squadra di campioni che solo una docu-serie, scaglionata in quattro episodi, può mostrarci.
La Francia di Zidane non è solo un ricordo. Mondiali 2006-Destino Azzurro parte dal primo momento e disegna tutto il percorso approfondito, prima di arrivare alle emozioni di Fabio Grosso, il calciatore che ha segnato l’ultimo rigore decisivo.
Ha dichiarato nella docu-serie:
“Per me quel Mondiale è stato spostare ogni giorno l’asticella più in su.”
Rivela dettagli sul suo breve consulto con il Commissario Tecnico prima dei rigori:
“Gli dico ‘Mister sicuro?’ ‘Sì, sì, tu tiri l’ultimo’”.
E a seguito del calcio di rigore, una grandissima emozione:
“Mi ricordo di indicare Gigi, forse incrociare il suo sguardo, ma non correrci incontro, quasi correre senza meta. Il rammarico è che sarebbe stato bello abbracciarci e ritrovarci tutti in un solo punto invece questa corsa sfrenata mia e degli altri ci ha separato per farci poi riunire dopo e condividere tutte le sensazioni belle”.
La nuova serie non può che culminare con il momento in cui è il capitano della Nazionale 2006, Fabio Cannavaro, ad innalzare la coppa dei Mondiali. Il campione confida col sorriso:
“Mi sono poi reso conto che il fatto di averla alzata con i miei compagni sotto, di essermi goduto proprio il momento, ha fatto sì che sia venuta fuori una foto quasi perfetta”.
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