Nuovo blitz degli ambientalisti a Madrid. Due attiviste per il clima hanno fatto incursione al Museo Nazionale del Prado, nella capitale spagnola, e hanno incollato le loro mani su dei dipinti di Francisco de Goya. A riferirlo sono state fonti di polizia: l’azione è stata confermata anche dal Prado all’agenzia di stampa Efe.

Le attiviste che hanno incollato le mani alle cornici di due quadri fanno parte del collettivo ambientalista “Futuro Vegetal”. Il loro raid è stato documentato tramite un video, diffuso dallo stesso gruppo di ambientalisti su Twitter. Nelle immagini si nota come sul muro tra le due opere, note come ‘Las Majas’ di Goya, le due manifestanti abbiano inciso la scritta “+1,5 °C”. Un messaggio forte e chiaro, per “avvertire dell’aumento della temperatura globale che causerà un clima instabile e gravi conseguenze in tutto il pianeta”, come reso noto dallo stesso collettivo in un tweet.


Per fortuna le opere non sono state deturpate dall’incursione delle due eco-attiviste, che sono state arrestate e condotte in commissariato dalle forze dell’ordine. Solo pochi giorni fa il ministero della Cultura spagnolo era intervenuto sulla questione, annunciando un rafforzamento dei controlli e della sicurezza nei musei per contrastare gli eventuali attacchi. Il ministero aveva chiesto alle pinacoteche di far rispettare con estrema severità le regole di accesso: no ad oggetti e vivande nelle stanze, con particolare attenzione alla perquisizione di zaini e pacchi voluminosi, ombrelli o oggetti appuntiti.

Il senatore Claudio Borghi: “Galera per chi deturpa opere”

Quella avvenuta a Madrid è l’ennesima protesta di manifestanti che assaltano le opere d’arte, le quali il più delle volte sono protette da robusti vetri. In Olanda gli attivisti avevano attaccato la “Ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer con modalità analoghe: cercando di incollarsi alla tela, avevano rovesciando su di essa della passata di pomodoro. Fortunatamente, il dipinto ad olio non era stato danneggiato grazie alla vetrata di protezione. Anche in Italia sono andate in scena iniziative affini di ambientalisti, che hanno lanciato cibo contro quadri esposti: l’ultimo episodio a Roma, a Palazzo Bonaparte, dove quattro attiviste hanno gettato zuppa di piselli contro un quadro di Van Gogh. Sulla questione è intervenuto il senatore leghista Claudio Borghi in un tweet.

Settimana prossima deposito una proposta di legge per un sano annetto di galera con arresto in flagranza e immediata detenzione per chi deturpa o tenta di deturpare (la scusa di “tanto c’è il vetro” non deve reggere) un’opera d’arte custodita in un museo per motivi di propaganda.

Interagendo con gli utenti, Borghi ha condannato simili gesti e si è dimostrato determinato a rivedere le attuali normative.

Questi se la cavano dicendo che non hanno fatto niente perché c’era il vetro. Facciamo un anno subito e con arresto immediato e se per caso danneggiano davvero allora scatta il resto. Con le norme attuali, al primo processo il giudice dirà che la non fruibilità era solo momentanea e che tanto un colpo di spugna e via. Intendo azzerare la discrezionalità di valutazione e di allungare con la fattispecie la lista del 380 cpp. Prima che ci sia danno irreparabile.

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