Intercettato al termine dell’assemblea di Federmeccanica, il segretario Cgil Maurizio Landini ha espresso un primo commento sulle trattative di ieri tra le parti sociali e il neo ministro del Lavoro Marina Calderone sulla conclamata “Quota 41” (si è parlato di “punto di riferimento”). A riguardo, Landini ha sottolineato che “non è il momento di dare i numeri”, poiché se qualcuno “ci mette di fianco l’età salta fuori che è quota 103, 104, 105”.
Il tema della riforma delle pensioni, che ha come obiettivo il superamento della Legge Fornero, è spinto soprattutto dalla Lega con “Quota 41”. Ma per il capo dei sindacati bisogna “mettere mano a tutta la riforma delle pensioni” e garantire una pensione certa per le future generazioni. Non solo questo, serve continuare la lotta al precariato e lavorare sui diritti delle donne in ambito occupazione.
Lo stesso Landini ha confessato l’intenzione di “valutare se c’è o meno la disponibilità del governo ad aprire una trattativa concreta“.
Quota 41, il commento di Bonomi (Confindustria)
Prima di Landini era intervenuto sulla questione “Quota 41” anche Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, sempre a margine dell’assemblea di Federmeccanica. Il leader del secondo settore preferisce scorporare la parola “lavoro” dalla parola “pensione” in un ragionamento più ampio, anche perché l’Inps possiede già “30 comitati che gestiscono il sistema pensionistico senza parlare delle casse private”.
Bocciato il sistema delle “Quote”, pur riconoscendo che la Legge Fornero “non ha mandato in pensione nessuno” a causa delle clausole di salvaguardia.
Allargando il discorso, aspetto su cui puntano le opposizioni, si cerca di capire come reperire le risorse. Da un lato la maggioranza preme per sottrarre gli investimenti sul reddito di cittadinanza (o quanto meno di modificarlo), dall’altro rimane ancora in sospeso l’età effettiva con cui si potrà andare in pensione (per ora è caldeggiata la soglia minima dei 61 anni).