Dopo lo sblocco della situazione relativa alla norvegese Ocean Viking, i cui 234 migranti sono stati soccorsi dalla Francia, la nave tedesca Humanity 1 con 179 migranti a bordo ha comunicato l’ingresso nelle acque territoriali italiane “per trovare protezione dalle intemperie, dal vento e dalle onde alte”. Un passo avanti compiuto “solo dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità del porto di Catania”.

Qualche riga sotto arriva però la precisazione che la nave “non andrà a Catania, non ha mai avuto intenzione di farlo. Non c’è ancora un luogo sicuro per sbarcare i 179 sopravvissuti a bordo“.

La Humanity 1 è una nave cargo lunga circa 60 metri che da due settimane si trova nel Mar Mediterraneo in acque internazionali in attesa di un porto sicuro dove sbarcare. Secondo quanto ricostruito da Sos Mediterranee, la Ong che gestisce la nave che stazionava davanti alle coste della Sicilia orientale, aveva inviato 17 richieste per un posto sicuro. Una prima indicazione era giunta ieri dalle parole del ministro dell’Interno Piantedosi, il quale aveva dichiarato all’uscita da Palazzo Chigi che la nave «si stava dirigendo verso Catania dove avrebbe pernottato nel periodo necessario per verificare le condizioni umane degli ospiti. “Tutti coloro che non dovessero versare in queste condizioni critiche dovranno essere portate fuori dalle acque nazionali

Migranti, De Falco sottolinea le incongruenze del codice marittimo italiano

Gregorio De Falco, ex senatore M5s ed ex ufficiale della Marina Militare (sezione Capitaneria di Porto), spiega il suo punto di vista sulla gestione dei flussi di migranti negli ultimi giorni. Un parere da ex membro del Comitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione.

In primis, l’ex parlamentare precisa che il termine corretto sia “naufraghi” e non “migranti” poiché l’atto stesso del migrare da un Paese all’altro presuppone che ci sia un’accoglienza da parte delle Istituzioni. Tuttavia, “il naufragio ed il soccorso fatto da alcuni volenterosi in assenza di istituzioni pubbliche”. Non solo, perché altrimenti “i comandanti delle navi delle ong andrebbero arrestati al momento della richiesta di ingresso in Italia, perché rei di favorire l’immigrazione irregolare nel nostro Paese”.

L’ex comandante della Marina Militare Gregorio De Falco parla dunque di “mistificazione della realtà”. Con l’appellativo di “naufraghi” si consente inoltre il soccorso garantito dal diritto internazionale e dalla successiva scorta nelle acque territoriali di competenza. Il problema di fondo, secondo l’ex senatore, risiede in colui che ha le competenze per gestire la vicenda: “Non è il ministro degli Interni a stabilire chi entra o non entra nel mare territoriale”.

Per comprendere meglio come inoltrare la richiesta d’asilo, il capitano di fregata spiega che “i naufraghi possono chiedere protezione ed asilo dalle navi, se quelle navi sono in tutto e per tutto equiparate al territorio dello Stato”: cosa che non avviene nel caso specifico delle Ong. Ultima battuta sulle condizioni meteo, che prevedono un “grave peggioramento” e un “rischio concreto”.

Soumahoro (Verdi-Sinistra): “Le vite umane si salvano”

Nella scena politica italiana, il senatore dell’alleanza Verdi-Sinistra Aboubakar Soumahoro ha annunciato la sua ferrea intenzione di salire a bordo dell’ong tedesca Humanity 1 come manifestazione di solidarietà. Tutto questo avverrà se il governo di Giorgia Meloni non darà l’ok allo sbarco dei 170 migranti sulle coste italiane.

(in aggiornamento)