Canone Rai fuori dalla bolletta: andiamo a vedere insieme per quali soggetti è prevista già da ora questa possibilità e come fare domanda entro il 15 novembre 2022 qualora si possiedano i requisiti necessari per effettuare la richiesta.
A partire dal 1° gennaio 2023 molto probabilmente il nuovo governo deciderà di togliere il canone Rai dalla bolletta dell’energia elettrica e prevederà il pagamento in un unica soluzione come si faceva in precedenza, forse al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi.
Ciò nonostante, alcune tipologie di soggetti hanno già la possibilità di pagare il canone Rai fuori dalla bolletta, in 11 mensilità e senza interessi: stiamo parlando dei pensionati con un reddito inferiore a 18.000 euro nell’anno precedente a quello della presentazione della domanda di addebito della tassa sulla pensione.
Canone rai fuori dalla bolletta per i pensionati: pagamento in 11 mensilità e senza interessi per coloro che possiedono un reddito inferiore a 18.000 euro
Canone Rai fuori dalla bolletta già prima del 2023. In particolare, i pensionati che possiedono un reddito inferiore a 18.000 euro nell’anno precedente a quello di presentazione della domanda, avranno la possibilità di pagare la tassa in 11 mensilità e senza interessi presentando un’apposita richiesta entro la scadenza fissata al 15 novembre 2022.
Dunque, con la domanda per addebitare il canone Rai sulla pensione è possibile rateizzare il pagamento di questa tassa in 11 mensilità senza interessi a coloro che possiedono i seguenti requisiti:
- i contribuenti che risultano essere titolari di una prestazione pensionistica o assistenziale dell’INPS;
- i pensionati che risultano essere intestatati dell’abbonamento RAI;
- i pensionati che abbiano conseguito un reddito da pensione inferiore a 18.000 euro nell’anno precedente a quello di presentazione della domanda.
In sostanza, il canone Rai dovrà essere pagato una sola volta dal pensionato che possiede i requisiti necessari e che presenta correttamente la domanda per l’addebito della tassa sulla pensione, a prescindere dal numero di apparecchi televisivi presenti all’interno della propria abitazione.
Le trattenute di pagamento avvengono direttamente sulla pensione a partire dal gennaio successivo alla presentazione della domanda.
“Tenuto conto che a decorrere dal 1° gennaio 2016, secondo quanto stabilito dall’articolo 1, commi 152 e seguenti, legge 28 dicembre 2015, n. 208, il canone deve essere pagato mediante addebito in fattura per i titolari di utenza di fornitura di energia elettrica, la facoltà di rateizzare mediante trattenute su pensione è alternativa all’addebito del canone sulla fattura di fornitura di energia elettrica”.
Come fare domanda
La domanda per addebitare il canone Rai sulla pensione, anziché all’interno della bolletta per la fornitura dell’energia elettrica, dovrà essere presentata dai pensionati che possiedono i requisiti che abbiamo provveduto ad elencare durante il corso del precedente paragrafo.
In particolare, questi ultimi dovranno presentare la propria richiesta all’INPS in via telematica, utilizzando l’apposito servizio online che viene messo a disposizione dall’ente di previdenza nazionale all’interno del proprio sito web istituzionale.
Coloro che possiedono i requisiti necessari e che vorranno beneficiare dell’addetto del canone Rai sulla pensione dovranno presentare la domanda all’INPS entro il termine ultimo del 15 novembre 2022, in modo da non doverlo pagare in bolletta nel 2023.
Oltre al servizio online offerto dall’INPS, la richiesta potrà essere effettuata attraverso una di queste due differenti modalità:
- il Contact center, telefonando al numero verde 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure al numero 06 164 164 da rete mobile (a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori);
- gli enti di patronato e gli intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
I tempi di lavorazione del provvedimento potrebbero variare, ma ad ogni molto il termine ordinario per l’emanazione dei provvedimenti è comunque stabilito dalla legge, ed in particolare, dalla n. 241 del 1990, la quale stabilisce il termine di 30 giorni.