Completata l’esercitazione militare congiunta (prolungata fino a oggi in extremis), Stati Uniti e Corea del Sud cercano non solo di ridurre il gap militare missilistico con la Corea del Nord ma anche di lanciare un messaggio chiaro a Pyongyang.

Va letta in quest’ottica la decisione di Washington di schierare il bombardiere strategico Usa B-1B “Lancer”, per inviare “un forte avvertimento alla Corea del Nord, che sta alzando il livello delle provocazioni”. Si tratta del secondo intervento di questo tipo da parte degli Usa nell’area dell’indo-pacifico, dopo il posizionamento di un altro “Lancer” nella base aerea di Anderson a Guam nell’Oceano Pacifico.

Il B-1B è stato utilizzato anche nell’esercitazione aerea congiunta ROK-USA nel dicembre 2017, in cui sono stati mobilitati circa 260 aerei, dopo che la Corea del Nord ha lanciato una serie di provocazioni su larga scala come il sesto test nucleare e il lancio di un intercontinentale missile balistico.

Accordo tra Corea del Sud e Stati Uniti contro le provocazioni di Kim

La Corea del Sud ha chiesto agli Stati Uniti di intensificare il dispiegamento di “risorse strategiche”, incluse portaerei, sottomarini nucleari e bombardieri a lungo raggio come il B-1B. Nei giorni scorsi si era tenuto un fitto colloquio tra i rispettivi segretari della Difesa, Lloyd Austin e Lee Jong-sup, dove si era deciso di disporre sulla penisola sudcoreana un maggior numero di armamenti aumentando la frequenza e l’intensità a seguito delle provocazioni da parte di Kim.

C’è chi però guarda con crescente preoccupazione quanto sta accadendo, vale a dire il Giappone. Nei giorni scorsi sono risuonati gli allarmi aerei in diverse città della costa sud-occidentale (Miyagi, Yamagata e Niigata) dopo che il Nord ha lanciato ben 23 missili in un sole 24 ore. Dura la condanna da parte del primo ministro giapponese Fumio Kishida, il quale definisce i lanci missilistici di Pyongang “un oltraggio che non può assolutamente essere perdonato”, dice il primo ministro nipponico Fumio Kishida.