Si continua a parlare del decreto rave. Il decreto legge, approvato dal governo in seno all’ultimo Consiglio dei Ministri, che vuole limitare i raduni con più di 50 persone. Se ne parla molto anche alla luce della vaghezza con cui è stata concepita la norma: si parla di raduni pericolosi senza definire, nel dettaglio, come va intesa la pericolosità in questione. Per questo motivo le opposizioni si sono attivate con la tesi che la norma, così com’è scritta, rischia di rappresentare un freno alla libertà di manifestazione che è costituzionalmente prevista. Ma il governo, va avanti. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha difeso la bontà del provvedimento ed il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, procede a spada tratta.
L’unico freno, oltre a quello esercitato dalle opposizioni, è rappresentato da Forza Italia. Il partito di Berlusconi ha fatto intendere di voler apportare delle modifiche al testo di legge. Testo che, ricordiamo, necessita dell’approvazione in parlamento entro 60 giorni. Poiché si tratta, appunto, di un decreto legge. In aula, quando il testo sarà soggetto alla parlamentarizzazione, si potrà emendare e quindi modificare parti della nascitura legge.
Decreto Rave, le parole di Piantedosi
In merito a questo è intervenuto Matteo Piantedosi. Il Ministro degli Interni – riporta l’AGI – ha aperto alla possibilità di apportare modifiche al disegno di legge. Le sue parole:
In sede parlamentare, appoggerò qualsiasi modifica al testo normativo indirizzata nel senso di meglio precisare, qualora lo si ritenga necessario, i confini della nuova fattispecie penale
Proprio su questo tema il Ministro ha avuto una riunione con i segretari generali della Cgil, Maurizio Landini, Cisl, Luigi Sbarra e UIl, Pierpaolo Bombardieri. A margine dello stesso, che si è tenuto oggi, ha dichiarato:
Nella prospettiva di incidere efficacemente sul profilo della deterrenza, il punto nodale delle nuove misure è la confisca obbligatoria del materiale utilizzato per lo svolgimento dei rave party. ancora una volta il mondo sindacale per il delicatissimo ruolo svolto a servizio del nostro Paese. Ho accettato subito la richiesta di incontro dei leader confederali per il ruolo fondamentale che le organizzazioni sindacali svolgono nella difesa dei diritti dei lavoratori e per lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese
Le opinioni dei sindacati
Pronte le dichiarazioni dei vari sindacati. La proposta dei tre segretari generali è stata quella di ritirare il decreto poiché la legge già tutela le fattispecie trattate. Così Landini:
Abbiamo espresso al ministro perplessità e contrarietà innanzitutto di metodo. Non si capisce perché intervenire per decreto su una materia così delicata modificando il codice penale, tanto più in assenza di una reale urgenza, visto tra l’altro che la situazione era già stata risolta – ha aggiunto – Quanto ai contenuti, ci sono norme del 2018 che permettono di gestire situazioni di questo tipo: non vediamo quindi la ragione di confermare un decreto che è pericoloso per come è scritto, con termini generici come invasione e raduno che possono essere esteso anche ad altre iniziative. Il Ministro – conclude – si è detto disponibile a dare tutti i chiarimenti necessari e ha ribadito che libertà e diritti sindacali non sono in discussione ma per noi il decreto va ritirato
Luigi Sbarra, Cisl, ha aggiunto:
Nel testo va quantomeno resa esplicita l’esclusione dell’applicabilità delle manifestazioni spontanee di natura sindacale, sociale o politica. Diritti riconosciuti dalla Costituzione negli articoli 17 e 39, che costituiscono pilastri fondamentali della nostra democrazia. Apprezziamo che il ministro Piantedosi abbia voluto incontrarci oggi per rassicurarci su questo punto. Ora bisognerà agire nel corso dell’iter di conversione parlamentare per modificare e ridare equilibrio a una misura che, al di là delle intenzioni del Governo, oggi appare davvero troppo ambigua