Per la prima volta un pontefice ha fatto visita al Bahrein, piccolo Stato che si affaccia sul Golfo Persico. Papa Francesco è atterrato ieri, giovedì 3 novembre, al Sakhir Air Base di Awali, intorno alle 16.45 ora locale (14.45 in Italia). Bergoglio è stato accolto dal re del Bahrein Hamad bin Isa Al Khalifa, dal principe ereditario, dal primo ministro e da altri membri della famiglia reale. Per Francesco è il 39esimo viaggio internazionale, il secondo di sempre per un Papa nella Penisola arabica dopo quello dello stesso Bergoglio nel 2019, quando si era recato negli Emirati Arabi per incoraggiare il dialogo interreligioso tra musulmani e cristiani. Oggi Francesco ha tenuto un discorso durante il Forum per il Dialogo in corso in Bahrein.
L’uomo religioso, l’uomo di pace, si oppone anche alla corsa al riarmo, agli affari della guerra, al mercato della morte. Non asseconda alleanze contro qualcuno, ma vie d’incontro con tutti: senza cedere a relativismi o sincretismi di sorta, persegue una sola strada, quella della fraternità, del dialogo, della pace. Questi sono i suoi sì.
Papa in Bahrein: “Armi e denaro non coloreranno il futuro di pace”
Il Papa ha voluto rinnovare il rapporto con tutti i leader religiosi e portare il suo abbraccio alla piccola comunità cattolica, come nessuno prima di lui aveva fatto prima d’ora.
Stringiamo tra di noi legami più forti, senza doppiezze e senza paura, in nome del Creatore che ci ha posto insieme nel mondo quali custodi dei fratelli e delle sorelle. E, se diversi potenti trattano tra di loro per interessi, denaro e strategie di potere, dimostriamo che un’altra via d’incontro è possibile. Possibile e necessaria, perché la forza, le armi e il denaro non coloreranno mai di pace il futuro. La Dichiarazione del Regno del Bahrein insegna che quando si predicano odio, violenza e discordia si dissacra il nome di Dio. Chi è religioso rigetta questo, senza alcuna giustificazione. Con forza dice “no” alla bestemmia della guerra e all’uso della violenza. E traduce con coerenza, nella pratica, tali no.
Non poteva mancare, insomma, un cenno a guerra e violenza, con un messaggio forte nei confronti di chi non fa nulla per predicare la pace in nome dei propri interessi.
Non basta dire che una religione è pacifica, occorre condannare e isolare i violenti che ne abusano il nome. E nemmeno è sufficiente prendere le distanze dall’intolleranza e dall’estremismo, bisogna agire in senso contrario. Per questo è necessario interrompere il sostegno ai movimenti terroristici attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di piani o giustificazioni e anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciò come crimini internazionali che minacciano la sicurezza e la pace mondiale. Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni.
Papa in Bahrein, Francesco: “Si gioca con il fuoco, con missili e bombe”
Il Papa non ha fatto nulla per nascondere i suoi timori: il ripetuto appello è quello per lo stop ai conflitti, con particolare attenzione a quello in Ucraina, una guerra che sta provocando vittime su vittime.
Nel giardino dell’umanità, anziché curare l’insieme, si gioca con il fuoco, con missili e bombe, con armi che provocano pianto e morte, ricoprendo la casa comune di cenere e odio.