L’Italia sta cercando di impegnarsi nello sviluppo dell’energia rinnovabile per allinearsi alle disposizioni europee e ricalcare quanto già fatto dagli altri Paesi del Sud Europa.

Il miglioramento dello sfruttamento delle fonti di energia pulita è diventato un assoluto obiettivo del nostro Paese, sia per ridurre l’impiego e le emissioni generate da combustibili fossili sia per raggiungere gli obiettivi imposti dall’Unione Europea attraverso l’Agenda 2030.

In questo particolare momento di tensione geo-politica appare poi urgente accelerare il percorso di indipendenza energetica da altri Paesi.

Per sua conformazione l’Italia ha a disposizione vento e sole come fonti di energia rinnovabile più facilmente sfruttabili. Se da una parte negli ultimi anni l’energia solare ha visto una notevole diffusione, dall’altra appare è ancora complicato vincere le opposizioni di chi ostacola lo sviluppo delle pale eoliche. Spesso poi è proprio la burocrazia ad impedire lo sfruttamento dell’energia del vento.

La neopresidente Meloni ha infatti evidenziato come ci sia “un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili”.

E successivamente ha sottolineato che il Sud del nostro Paese ha le caratteristiche giuste per immagazzinare una enorme quantità di energia, finora non sfruttata. L’obiettivo è dunque ispirarsi a quanto già fatto da Portogallo, Spagna e Grecia e trasformare le regioni meridionali in un importante serbatoio energetico.

Energia rinnovabile Italia: il modello di Portogallo, Spagna e Grecia

Il Portogallo infatti ha pianificato un programma che tende a portare l’80% della produzione di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2026. Già nella prima metà del 2022, il Portogallo ha ottenuto il 68% di elettricità da energia verde. E, a causa soprattutto dell’aumento del prezzo del gas e delle difficoltà di approvvigionamento dalla Russia a causa del conflitto in Ucraina, ha deciso di accelerare questa transizione energetica, mirando all’80% di energia elettrica pulita 4 anni prima dei precedenti programmi.

È bene ricordare che il Paese lusitano non utilizza carbone, né possiede impianti nucleari. Secondo Ember-Climate, sito divulgativo in materia di energia e fonti rinnovabili, afferma che il Portogallo potrebbe diventare uno dei primi paesi ad arrivare al 100% di elettricità rinnovabile come da disposizione dell’Agenda 2030 dell’UE.

La Spagna invece sta puntando forte prevalentemente sulla forza del vento. Nel 2021 il vento è infatti diventato la più grande fonte di energia nazionale. Il governo spagnolo ha inoltre un ambizioso programma che punta a raggiungere 160 GW di capacità rinnovabile entro il 2030. Entro tale data infatti la nazione iberica ha intenzione di ottenere il 74% di elettricità verde per poi arrivare alla totalità entro il 2050.

Attualmente la Spagna sta eliminando in maniera graduale lo sfruttamento di carbone con la cessazione totale del suo utilizzo entro il 2025. L’abbandono dell’energia nucleare è poi previsto entro il 2035.

L’azienda di energia eolica Siemens Gamesa, radicata a Zamudio nel nord della Spagna, è nel 2022 la seconda società nel mondo per potenza installata nel campo eolico.

In ultimo, la Grecia. Negli ultimi mesi il Paese che si affaccia sul mediterraneo e che ha caratteristiche molto simili alle nostre regioni del Sud ha notevolmente sviluppato lo sfruttamento sia di energia solare che eolica.

Nell’ultimo anno la Grecia ha generato 28,7% di elettricità verde grazie a 4,3 GW eolici e a 4,5 GW fotovoltaici, facendola diventare l’ottava nazione per sfruttamento di sole e vento. L’obiettivo ellenico è di arrivare a generare entro il 2030 25 GW rinnovabili che coprirebbero il 70% di elettricità del paese.

E l’Italia?

La corsa allo sfruttamento delle risorse rinnovabili da parte dei paesi del Sud Europa per il momento non vede coinvolta l’Italia. La nostra nazione è infatti bloccata da anni su livelli del 40% per la produzione di elettricità verde.

Ma anche il nostro Paese dovrà ben presto mettersi in linea per arrivare agli obiettivi imposti dall’Agenda 2030. Occorrerà dunque accelerare lo sviluppo energetico in modo da riuscire nel prossimo futuro a generare il 60% rimanente di elettricità attraverso fonti verdi per rientrare nei parametri richiesti.

Fondamentale in tal senso sarebbe il pieno sfruttamento della forza del vento e, a riguardo, un’alternativa alla tradizionale installazione degli impianti eolici terrestri può essere vista nella tecnologia galleggiante.

Questa opzione permette il posizionamento delle pale eoliche molto lontano dalla costa, consentendo di intercettare la risorsa eolica laddove è più abbondante e massimizzando così efficienza e produzione di energia. Le strutture eoliche galleggianti inoltre minimizzano l’impatto visivo ambientale, motivo predominante per cui le pale eoliche sono poco diffuse sul nostro territorio.

Le zone più favorevoli per lo sfruttamento dell’energia eolica galleggiante sono Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia.