Calcolo Isee cosa cambia? La revisione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è uno degli obiettivi che il governo Meloni ha ereditato dall’esecutivo Draghi insieme all’intenzione, fra le altre, di rafforzare il sostegno riconosciuto tramite l’assegno unico per i figli a carico.
L’attenzione del nuovo governo quindi è rivolta soprattutto alle proprietà immobiliari, che tendono a rendere impreciso il valore dell’Isee. Per calcolare l’Isee infatti, serve prima di tutto calcolare l’Ise, cioè il reddito complessivo familiare più il 20% del patrimonio immobiliare e infine dividere quest’ultimo per la Se, la scala di equivalenza familiare.
La casa di proprietà è però una delle condizioni principali per il calcolo dell’Isee, che spesso può rivelarsi un problema per stabilire il diritto ad agevolazioni quali l’assegno unico familiare. Il nuovo Governo ha deciso quindi di mettere mano all’entità di tale assegno, rivedendo il peso della casa di proprietà.
Calcolo Isee cosa cambia: le ipotesi
Il calcolo dell’Isee è già stato riformato nel 2015, ma la casa di proprietà ha sempre avuto un peso tale da limitare fortemente il numero dei beneficiari di eventuali agevolazioni statali. Il patrimonio familiare risulta infatti “gonfiato” dalla presenza di una casa di proprietà, anche se si tratta di abitazioni non utilizzate o ereditate.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, si parla di un aumento “arbitrario” di almeno il 20 per cento (sopra i 52 mila euro) che fa diminuire il numero della platea che potrebbe beneficiare degli assegni a sostegno del menage familiare e abbassa gli importi di chi lo riceve.
Oltre a rivedere i parametri relativi riguardo la casa di proprietà nel calcolo dell’Isee, un’ipotesi di ricalcolo potrebbe essere quella di alzare la franchigia. Secondo alcune prime ipotesi, una casa di proprietà con rendita catastale di 1000 euro in un patrimonio di 20 mila euro, quindi non certo milionario, riduce l’entità dell’importo dell’assegno unico la cui franchigia parte dai 16.200 euro di reddito familiare.
Non considerando il patrimonio, invece, la riduzione partirebbe dai 33.600 euro. È anche vero che un simile ampliamento della platea di beneficiari potrebbe costare oltre il doppio delle risorse attualmente impiegate circa 7,2 miliardi, creando quindi un problema di coperture finanziarie.
Secondo l’Osservatorio Inps, dal 1° Marzo sono stati ben 5,2 milioni i nuclei familiari che hanno beneficiato dell’assegno familiare, ma sarebbero due milioni in più i potenziali beneficiari, se i requisiti sulla casa fossero meno stringenti. Il che significherebbe passare da 8,3 milioni di figli a 11,2 milioni che beneficerebbero dell’assegno.
Proprio in questo concetto, però, c’è un nodo che rischia di ostacolare la riforma cui punta l’esecutivo, la spesa da parte dello Stato potrebbe essere troppo alta e la riforma rischia perciò il rinvio di un anno.
I bonus per i quali serve l’Isee
Un Isee ricalcolato servirebbe ad avere più facile accesso ad una pluralità di bonus, quali, oltre all’assegno unico, il bonus bebè, il reddito di cittadinanza, il bonus asili nido, le agevolazioni prima casa per gli under 36, il bonus affitti, le agevolazioni su energia e canone Rai, le esenzioni su diversi servizi come mense scolastiche e tasse universitarie.
I dati della situazione economica
I dati in riferimento alla situazione economica dichiarano che il 46% dei figli tutelati dalla misura (3.856.309, su circa 8,34 milioni) si trovano in nuclei con Isee inferiore a 15 mila euro con un assegno medio di 194 euro a figlio.
Sono invece 303.706 i figli con famiglie con Isee superiore a 40 mila euro e 1.619.938 quelli in nuclei con Isee non presentato che hanno ricevuto l’importo minimo di 50 euro. Sono invece 965.043 i figli delle famiglie che hanno presentato domanda con un’Isee che oscilla tra i 15 mila e 20 mila euro con un assegno medio di 179 euro a figlio.