Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si trova in queste ore a Pechino per una visita al neoeletto presidente della Cina Xi Jinping: un colloquio storico poiché il primo ministro tedesco segna la ripresa dei rapporti tra Occidente e Oriente dopo la pandemia da coronavirus.

L’incontro, che si è svolto nella Grande Sala del Popolo (sede principale del 20° Congresso del Pcc appena concluso), è servito a esporre i rispettivi punti di vista strategici. In primis quelli economici, dal momento che Scholz era accompagnato nel suo viaggio dai Ceo di Volkswagen (automobili) e Basf (industria chimica). La Germania ha sottolineato poi come “nonostante “punti di vista diversi” ci sia la volontà di “sviluppare la nostra cooperazione su altri temi: cambiamenti climatici, sicurezza alimentare e l’indebitamento“.

Le reciproche richieste dei due leader

Un passaggio fondamentale del bilaterale ha riguardato la riflessione sulla guerra in Ucraina. La Cina rivendica il pieno distacco dagli eventi, tuttavia questo silenzio è percepito come assenso a ciò che Putin e la Russia stanno commettendo. Ma per Scholz un impegno attivo a sostegno di Kiev è doveroso secondo quanto previsto dai principi della Carta dell’Onu, sottoscritta anche dalla Cina, come quello della sovranità e dell’integrità territoriale. Anche a proposito del delicato dossier Taiwan, la Germania si dimostra favorevole al modello cinese di confederazione, purché “qualsiasi cambiamento dello status quo delle relazioni nello Stretto di Taiwan dovrà essere pacifico e consensuale”

Successivamente è stato il turno di Xi Jinping, dopo aver fatto gli onori di casa. Le sue richieste sono partite dall’invito affinché “la comunità internazionale rigetti l’ipotesi di utilizzo delle armi nucleari per controllare l’evoluzione nel continente asiatico” ma soprattutto a “respingere il “confronto tra blocchi e le interferenze animate dall’ideologia“. Sulla guerra in Ucraina, il presidente cinese si è limitato a impegnarsi per “garantire la stabilità delle catene di approvvigionamento alimentare ed energetico“, succubi del volere e delle ritorsioni di Vladimir Putin (come accaduto in questi ultimi giorni).

Laddove le due visioni si affiancano è nella necessità di sviluppare maggiormente i rapporti in uno scenario internazionale complesso e mutevole. Per Xi sia la Cina che la Germania, in quanto potenze di rilievo nell’assetto geopolitico, “dovrebbero collaborare in tempi di cambiamento e caos per dare maggiori contributi a pace e sviluppo mondiale” in un clima di “rispetto reciproco, di ricerca di terreno comune, di scambi e apprendimento”.

Scholz in Cina, il dissenso dei partner occidentali

Non tutti però sembrano particolarmente entusiasti del viaggio in Cina del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Critiche e sospetti che piovono sia dal fronte interno che dai partner occidentali quali l’Ue e gli Stati Uniti. Praticamente nelle stesse ore in cui il leader socialdemocratico si trovava in volo, la ministra degli Esteri Annalena Baerbock etichettava Pechino come “concorrente e rivale” al G7 in corso di svolgimento a Munster (Germania).

Da Washington non si è fatta attendere la reazione del segretario di Stato americano Antony Blinken, il quale si auspicava che l’incontro avrebbe riguardato esclusivamente l’accordo sulla cessione parziale del porto di Amburgo. Anche gli Usa, interessati nell’acquisto, hanno chiesto alla Germania di ridurre la quota dal 35% al 25%.

Stretto nell’incudine tra i due blocchi, poiché anche la Cina aveva dichiarato che non avrebbe permesso a Scholz di “immischiarsi in questioni interne”.