Continua a tenere banco il reintegro dei medici no-vax deciso dal ministro della Salute Orazio Schillaci la scorsa settimana. Una decisione che ha spaccato il mondo politico, incluso quello regionale: tant’è vero che il governatore della Puglia Michele Emiliano ha stabilito che rimarrà in vigore l’obbligo vaccinale per i sanitari secondo quanto stabilito da una delibera risalente al 2019.

Schillaci, che ha definito l’operazione di reintegro un “segno di pacificazione” effettuato con due mesi di anticipo sulla tabella di marcia, è pronto a impugnare la delibera: lo conferma al Gr1 di Radio Rai andato in onda questa mattina.

Reintegro medici no-vax, ma c’è davvero carenza di personale?

Ma c’è chi contesta la scelta del reintegro dei medici no-vax: tra le personalità più contrarie c’è il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, il quale smentisce la teoria del reintegro per fronteggiare la carenza di personale e definisce “scelta politica per raccattare consensi” quanto deciso da Schillaci.

A sostegno di questa tesi convergono anche i numeri della Regione Lazio, comunicati questa mattina dai vertici delle varie categorie. Sono 1.630 tra medici, infermieri e farmacisti, un numero che sembra alto in valore assoluto ma che rappresenta una percentuale irrisoria dell’intero personale sanitario. Scindendo le singole voci, i medici reintegrati sono 80 (lo 0,15% del totale come affermato da Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Roma), i farmacisti sono poco meno dell’1% (circa 50), mentre la stragrande maggioranza sono infermieri (il 4,5% del totale, dati di Maurizio Zega – presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Roma).

Niente congelamento delle multe

In ogni caso, il governo non ha depositato all’interno del Dl Aiuti Ter l’emendamento che sospende le multe per chi non è in regola con la vaccinazione (terza dose). Sul tema è in corso un lungo dibattito all’interno della maggioranza, con la Lega che preme per presentarlo mentre pare più tiepida Forza Italia.

In totale è coinvolto oltre un milione di cittadini a quali sarà notificato l’avvio del procedimento: coinvolte in primis le categorie ospedaliere (come medici e operatori sanitari, lavoratori impiegati in strutture residenziali, socioassistenziali e sociosanitarie) ma anche i lavoratori pubblici (quali il personale scolastico, il comparto della Difesa, sicurezza e soccorso pubblico, la polizia locale, gli istituti penitenziari e le università).

Emiliano: “Esiste già una legge regionale in Puglia”

Nel frattempo il governatore della Puglia Michele Emiliano ha spiegato la situazione ad Agorà, programma televisivo Rai. Il diplomatico del Pd ha puntualizzato che esiste una legge regionale del 2019 che obbliga i sanitari “a completare il ciclo vaccinale raccomandato dal Ministero della Salute“. In quel caso si trattò dell’influenza e fu esercitata “poiché avevamo molte infezioni in corsia e soprattutto avevamo tantissimi sanitari che si ammalavano e quindi avevamo problemi di organico”. Emiliano lo definisce “obbligo morale”, ribadendo che i medici no-vax non sono stati cacciati ma sono stati riallocati in altri settori.

Anche il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, contesta la decisione assunta dal Ministero. Il parlamentare democratico è da sempre ferreo nell’applicazione della legge in materia covid-19, al punto da aver prorogato l’obbligo della mascherina nelle strutture sanitarie. Le accuse contestano un comportamento fatto di decisioni “irresponsabili” e di “gestione guidata dall’ideologia” che etichettano il provvedimento come “un’offesa alla stragrande maggioranza dei medici e un’offesa ai pazienti”. Infine, il governatore esprime la sua solidarietà personale “ai medici e agli infermieri che si sono comportati in maniera deontologica e responsabile”