Pensioni quota 41 ultimissime notizie. Nonostante il governo continui a ragionare su varie ipotesi per la riforma delle pensioni, scongiurando così il ritorno alla legge Fornero, la Lega non si arrende sulla propria idea originaria: Quota 41 per tutti.

Pensioni quota 41 ultimissime notizie

In perfetta sintonia con il programma elettorale della Lega, Claudio Durigon al Senato ha già depositato una proposta di legge per superare la legge Fornero introducendo Quota 41, ovvero la possibilità di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Il neo-sottosegretario al Lavoro ha comunque già lasciato intendere, come lo stesso Matteo Salvini, che Quota 41 “secca” è un obiettivo di legislatura. Ma il Carroccio punta a inserire comunque il requisito di 41 anni di versamenti nella misura che dovrà sostituire, anche tenendo conto di una soglia anagrafica, dal prossimo 1° gennaio Quota 102 nell’attuale versione (64 anni d’età e 38 di contribuzione) ed evitare così il ritorno alla riforma Fornero in forma integrale.

Quota 102 flessibile

Sul tavolo ci sono quattro diverse opzioni sull’uscita anticipata. La soluzione che sembra più percorribile, a oggi, è una correzione di Quota 102 che la renda ‘flessibile’. Ipotesi che prevede il pensionamento tra i 61 e i 66 anni, con almeno 35 anni di contributi, purché la somma faccia comunque 102. Finora, con quota 102, si andava in pensione solo con 64 anni più 38 di contributi, nella nuova versione sarebbe possibile anche con tutte le combinazioni fra 61 e 66 anni di età e fra 35 e 41 anni di contributi. Sarebbe una soluzione in grado di garantire una soluzione, di scongiurare il ritorno alla legge Fornero e di non compromettere l’equilibrio dei conti pubblici.

Opzione uomo

Un’altra possibilità, citata dalla premier Meloni, prevede una stabilizzazione di Opzione donna, da aprire anche agli uomini sempre con il ricalcolo contributivo dell’assegno che riduce in media gli assegni del 20-25%. in particolare Opzione uomo avrebbe una soglia di età più alta (fra i 60 e i 62 anni). Contraria pero sia la CGIL di Landini che non apprezza la riduzione dell’assegno e anche il Presidente dell’INPS Tridico che ricorda che opzione donna viene scelta da una bassa percentuale delle donne che potrebbero richiederla, ma ha anche ricordato che è la sola via, vista la spesa di 365 miliardi nel solo 2021.