La Protezioni Civile ha diramato un’allerta per il possibile impatto in Italia dei detriti di un razzo spaziale cinese che rientrerà in modo incontrollato sulla Terra.

Il rientro entro l’atmosfera terrestre del vettore spaziale cinese avverrà tra Venerdì 4 e Sabato 5 Novembre. Gli scienziati hanno calcolato alcune traiettorie possibili e tra essere alcune riguardano le regioni del meridione e la Sardegna.

Il razzo cinese che potrebbe colpire l’italia fa parte della famiglia di lanciatori spaziali Lunga Marcia. Il modello è di quinta generazione ed è stato classificato come vettore pesante, ovvero capace di portare almeno 20.000 kg in orbita terrestre bassa, anche se finora ha trasportato al massimo 4 tonnellate di materiale scientifico in orbita. È il primo lanciatore cinese interamente progettato per funzionare con propellente liquido ed è stato pensato per competere con i lanciatori statunitensi del programma EELV, in particolare il Delta IV Heavy.

In questa ultima spedizione, il razzo era partito dalla base cinese di Tiangong lo scorso 31 Ottobre alle ore 8:38 italiane.

La missione ha avuto un malfunzionamento, non meglio precisato dall’Agenzia spaziale cinese, che ha impedito un normale e regolare rientro sulla superficie terrestre. A bordo del razzo vettore non vi ha alcun passeggero. Ma l’impatto non controllato con l’atmosfera terrestre distruggerà il veicolo che si disgregherà in milioni di pezzi.

Sono proprio questi rottami che cadranno in modo casuale sul suolo terrestre, con una possibilità di impattare nella nostra nazione.

Poiché la caduta è incontrollata, i calcoli delle eventuali traiettorie sono vincolati ad una percentuale di accadimento. Non si ha infatti la certezza del luogo sul quale i detriti andranno a cadere. Le previsioni hanno individuato un’area compresa tra i 42 gradi di latitudine nord e i 42 gradi di latitudine sud come la più probabile. In questa fascia sono comprese la Sardegna, Lazio, Molise, Puglia, Calabria.

Lo sciame di detriti dovrebbe cadere in due diverse fasi: la prima è attesa Venerdì alle ore 8:29, mentre la seconda alle ore 10:00. Tuttavia, a causa dell’imprevedibilità degli eventi questi stessi orari potrebbero subire variazioni ed infatti l’Agenzia Spaziale Italiana è in constante monitoraggio.

Razzo cinese Italia: la reazione della Protezione Civile

Informati della possibilità dalle autorità cinesi, il Dipartimento di Protezione Civile italiano si è subito riunito per quantificare il rischio e il pericolo derivanti dalla scia di rottami. Alla riunione, erano inoltre presenti oltre all’ASI, (Agenzia Spaziale Italiana) un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentanti del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa – Covi e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione di Protezione civile della Conferenza delle Regioni.

Gli addetti della Protezione Civile seguiranno in diretta le operazioni di rientro incontrollato nell’atmosfera terrestre del razzo vettore, in modo da essere pronti per eventuali anomalie o in caso il lanciatore dovesse percorrere traiettorie diverse da quelle anticipate dai calcoli.

Subito dopo la riunione, è stata subito emanata una nota nella quale il Capo del Dipartimento, Fabrizio Curcio, ha informato sull’evoluzione dello scenario atteso le strutture operative del Servizio nazionale e le Regioni che potrebbero essere investite. Tuttavia lo stesso comunicato esplicita la “bassa possibilità che uno o più frammenti del lanciatore possano colpire il nostro Paese”.

Come comportarsi

Sebbene il reale impatto di detriti spaziali sulla Terra sia molto raro, la Protezione civile regionale ha diramato alcune linee guida contenenti le indicazioni utili in caso di tale eventualità.

È verosimile che i detriti abbiano piccole dimensioni, e quindi incapaci di abbattere o danneggiare grandi strutture o edifici. Quindi il primo consiglio è di rimanere all’interno di un luogo chiuso nella fascia oraria interessata.

In secondo luogo, sarebbe opportuno non stazionare nei piani più alti e vicino alle pareti finestrate, questo perché i frammenti, seppur piccoli, potrebbero perforare vetri e tetti.

La Protezione Civile ha individuato come posto più sicuro la zona sottostante le volte dei piani inferiori di edifici in muratura oppure al di sotto dei vani delle porte negli edifici di cemento armato.

Un’altra raccomandazione, infine, è sulla possibile tossicità di questi detriti, che infatti potrebbero contenere idrazina: si dissuade perciò di non toccarli e tenersi a una distanza di almeno 20 metri, segnalandoli alle autorità.