Oggi, in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e dell’arrivo al binario 1 della stazione Termini del treno del Milite Ignoto, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ringraziato gli uomini e le donne della Difesa militare. Insieme a lui il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il Ministro dello Sport Andrea Abodi.
La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate
Era il 1921 quando la salma del “Milite Ignoto” venne scelta da una madre italiana che aveva perso un figlio durante la prima guerra mondiale. La salma, trasportata su un convoglio speciale, partì da Aquilea per arrivare a Roma. Da quel giorno, ogni 4 novembre, si ricorda la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e anche oggi, nel 2022, quel viaggio è arrivato a destinazione.
Crosetto: “Le forze armate sono uno scudo”
Crosetto ha aperto il suo discorso rivolgendosi alle forze armate italiane:
Le Forze Armate italiane sono, molte cose. Tutte importanti. Tutte essenziali. Sono uno scudo, in primo luogo, ma anche un collante. Sono, non di meno anche un presidio della memoria, della memoria collettiva. Lo sono attraverso i propri Uffici Storici: seri, accurati, ricchi di passione per lo studio. Lo sono, prima ancora, con la concreta, encomiabile, irrinunciabile testimonianza di valori che deriva dalla scelta di servire la comunità. Una scelta che è premessa, e parte essenziale, di ogni vita al servizio dello Stato.
Poi un ringraziamento particolare alle donne e agli uomini della Difesa che:
della tutela dell’unità, dell’indipendenza e della sicurezza della Nazione hanno fatto la propria missione. Una missione che coinvolge, spesso con un prezzo significativo in termini di rinunce, le loro famiglie. A Loro, a tutti Loro, va il mio ringraziamento, che riflette l’affetto della comunità nazionale per il loro lavoro, quotidiano.
Il treno della memoria
Il ministro della Difesa si è soffermato poi sul grande valore simbolico di questo treno:
Il tragitto compiuto quest’anno, peraltro, non è una semplice riedizione ma la prosecuzione di un percorso che nasce dall’esigenza di abbracciare il resto dell’Italia toccando nuove tappe, lontane dall’itinerario originale proprio per condividere il valore del sacrificio con le popolazioni che combatterono la Grande Guerra.
Questo è un treno che unisce l’Italia. La unisce nell’itinerario, che comprende tutti i capoluoghi di regione italiani. La unisce prima ancora nei sentimenti che suscita. Oggi come allora, quando quelle carrozze ebbero il compito triste, e al contempo nobilissimo, di trasportare il corpo di un soldato senza nome, ma non senza storia: simbolo dei Caduti di tutte le guerre, donne e uomini che meritano il risarcimento insufficiente ma non futile del ricordo.
E ha concluso:
E’ un treno che unisce ha continuato il Ministro e non è un caso che le prime stazioni toccate siano state Trento e Trieste, città simbolo di un sogno, l’Unità d’Italia, lungo come le radici stesse della cultura italiana. Un sogno che oggi è realtà; anche grazie alle privazioni, agli sforzi generosi, di quanti hanno osato credervi e di quanti continuano, con la propria opera, a proteggerlo.