Con la cultura non si mangia e invece con lo “sfruttamento” dei giacimenti culturali si può mangiare antipasto, primo, secondo, dolce, caffè e anche un digestivo per chi lo gradisce. Pensate a Firenze senza gli Uffizi e il Duomo, il museo dell’Accademia e il Bargello. Gli oltre due milioni di turisti che arrivano ogni anno in riva all’Arno prenderebbero altre strade e la città, come si è visto durante il lockdown, sarebbe spettrale. Senza persone per le strade, nei musei e nei giardini storici chiuderebbero alberghi e ristoranti, librerie e negozi di abbigliamento, bar e farmacie. Insomma, chiuderebbe la città. E allora meglio non farsi trovare impreparati e per il ponte dei Santi, nel giorno di lunedi, gli Uffizi non dovevano essere chiusi provocando la delusione di chi un’occhiata alla Venere di Botticelli, tra un panino con il lampredotto e una fiorentina, voleva pur darla.

Uffizi chiusi il lunedì del ponte dei Santi per mancanza di personale

Invece ingresso chiuso e giù le ire del neo ministro della cultura Gennaro Sangiuliano che ha scritto una lettera di fuoco al direttore delle Gallerie Eike Schmidt: “Vorrei sapere come mai in questa circostanza non si sia proceduto come nel passato. Non sfugge alla sua intelligenza che una chiusura di questo tipo, oltre a costituire una perdita di introiti, rappresenti un danno di immagine per le Gallerie degli Uffizi e per l’intero Sistema museale nazionale”. La risposta non si è fatta attendere: “Ringrazio il ministro per essere con grande schiettezza subito intervenuto sul tema forse più critico in questo delicato momento per il settore dei musei statali: quello della carenza di personale. Da anni chiedo rinforzi al ministero, perché l’assunzione delle risorse umane non è competenza dei singoli musei dotati da parziale autonomia, bensì degli uffici centrali del ministero”.

Chissà che da questa polemica non nasca un chiarimento e una soluzione a beneficio dei turisti che nel lunedì del ponte dei Santi non hanno potuto ammirare la Venere del Botticelli ma si saranno consolati osservando quella gru che da anni sorveglia il cantiere infinito. I fiorentini la chiamano la gru degli Uffizi, come se fosse un’opera d’arte, simbolo del lavoro che non finisce mai. E’ lì da dodici anni. Fa parte dello skyline di Firenze.

Stefano Bisi