Sono molto incoraggianti i primi risultati della sperimentazione del nuovo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (RSV).

Solo in Italia, questa patologia colpisce 21 mila soggetti ogni anno e fa purtroppo registrare circa 3500 decessi. Anche negli Stati Uniti la situazione coinvolge un gran numero di pazienti e nel corso del 2022 gli ospedali pediatrici sono stati messi spesso a dura prova. Globalmente ogni anno avvengono 118 mila morti a causa delle complicazioni di questa malattia.

L’RSV è infatti una delle principali cause di ospedalizzazione per neonati e bambini piccoli e può generare infezione acuta delle basse vie respiratorie con il possibile sviluppo di bronchiolite o polmonite.

L’infezione colpisce in qualunque fascia di età, sebbene negli adulti sani essa si risolva spesso con un semplice raffreddore. Nei bambini invece, e soprattutto nei neonati entro l’anno di età, la malattia può evolvere in maniera pericolosa.

Non solo, il RSV è inoltre sempre più individuato come un importante agente patogeno per i pazienti più fragili, ad esempio nelle persone di età superiore ai 65 anni o persone che soffrono di altre patologie.

La ricerca medica sta perciò cercando di arginare il problema attraverso la produzione di un nuovo vaccino.

Il 1° Novembre 2022, infatti, la casa farmaceutica Pfizer ha diffuso i dati dei primi risultati della sperimentazione del suo vaccino contro il RSV. Alla campagna di test, iniziata nel Giugno del 2020, hanno partecipato oltre 7 mila donne in gravidanza originarie di 18 paesi differenti.

I dati sono molto incoraggianti. Secondo quanto affermato dalla casa farmaceutica, ogni paziente avrebbe manifestato un’efficacia del candidato dell’81,8% nel prevenire i casi gravi di RSV nei primi 90 giorni di vita dei neonati e del 69,4% se si ci riferisce ad un periodo di osservazione dei primi 6 mesi di vita.

Vaccino virus respiratorio sinciziale (RSV): i risultati della sperimentazione

Somministrando il vaccino direttamente ai neonati non si avrebbe sufficiente tempo perché il medicinale riesca a costruire un’immunità sufficiente.

Una strategia alternativa appare dunque proteggere i neonati immunizzando le madri durante la gravidanza. La ricerca ha infatti accertato che gli anticorpi materni possono attraversare la placenta ed arrivare fino al feto, proteggendo il bambino nei primi mesi dopo la nascita.

Il vaccino somministrato alle donne in gestazione ha una formulazione bivalente, che garantirebbe la protezione contro le forme A e B del RSV. Il medicinale è stato ideato per produrre nel corpo anticorpi specifici contro la proteina F del virus, quella responsabile dell’infezione nelle cellule umane.

Questa tecnologia è fondata sulla precedente scoperta, che ha individuato nella proteina F del RSV due conformazioni diverse a seconda o meno che il virus abbia già eseguito la fusione con la cellula da infettare.

Il vaccino di Pfizer infatti contiene la stessa quantità delle due proteine F ricombinanti, relative ai due sottogruppi A e B del Rsv, nella conformazione che precede la fusione. È stato quindi appurato che gli anticorpi che riconoscono specificatamente la conformazione “pre-fusione” della proteina F conferiscono una protezione più efficace.

La ricerca per i pazienti over 60

Lo studio dei vaccini tuttavia non si limita ai soggetti neonati, proprio perché la malattia attacca anche gli individui adulti, specie over 60. E per questo, non solo Pfizer ma anche GSK e Janssen stanno sviluppando dei composti per pazienti adulti.

GSK e Janssen hanno recentemente confermato incoraggianti risultati relativi a studi clinici effettuati su pazienti di età uguale o superiore ai 60 anni. Lo scorso Ottobre, a Padova, durante una conferenza sul virus respiratorio sinciziale, Giancarlo Icardi, professore ordinario di Igiene all’Università di Genova, ha lodato la bontà dello studio di fase 2 condotto da Janssen, attraverso queste parole:

“Lo studio ha dimostrato prima di tutto che il vaccino è ben tollerato ed è molto sicuro. I primi dati dimostrano poi come questo vaccino abbia un’efficacia nel proteggere dalla polmonite intorno all’80% e sia efficace nel prevenire altri sintomi intorno al 70%. Si parla quindi di un vaccino sicuramente molto molto promettente che aspettiamo con ansia”.