Una tragedia sfiorata per un soffio quella accaduta a un kitesurfer su una spiaggia Ladispoli qualche anno fa e che ora aspetta di avere una sentenza decisiva nel processo.
”Ho visto io quell’elicottero risucchiare via il kitesurfer che era entrato in acqua e lo dirò davanti al giudice a Civitavecchia”, sono le parole di Santino Esigibili, il titolare di una struttura ricettiva nella zona di Torre Flavia, che ha visto l’incidente avvenuto il 3 Ottobre del 2018 a Ladispoli, qualche minuto prima delle 15.00 e che sono stata riportate da “Il Messaggero“.
Anche lui, domani, sarà in aula per la seconda udienza del processo legato allo sportivo Alessandro Ognibene, l’uomo, ora 53enne, che ha seriamente rischiato di perdere la vita in spiaggia in quel lontano 2018.
Ladispoli processo kitesurfer: il super testimone
Il testimone è chiave, perché potrebbe anche mettere in seri guai gli imputati, cioè i due piloti del velivolo pesante Boeing CH-47 Chinook e l’ammiraglio della Marina, che all’epoca era a capo delle esercitazioni sul litorale nord e che ora sono a processo per lesioni colpose.
Le sue parole non sembrano lasciare margini di dubbio: ”Mi trovavo nel locale, dichiara Esigibili e la scena è ancora impressa nella mia mente. Gli elicotteri volavano a bassa quota sopra il mare e uno di quelli ha aspirato la persona rimasta poi gravemente ferita. I piloti hanno proseguito il loro viaggio. Ricordo che successivamente è atterrata l’elimbulanza”. I piloti a bordo infatti, non si sono fermati a prestare soccorso, ma si sono diretti alla base di Furbara, dove avrebbero terminato l’esercitazione.
Ma non è l’unico, perché ci sarebbero altri 3 testimoni pronti a dare la stessa versione sulla terribile vicenda. Quel giorno erano tutti sull’arenile di Torre Flavia, tra loro anche una guardia giurata, un impiegato del comune di Ladispoli e un pescatore. In udienza presso il giudice di pace di Civitavecchia ci saranno anche loro. E, ovviamente, anche i legali della difesa, che continuano a sostenere la tesi del “colpo di vento” e il fatto quindi che Alessandro Ognibene “non sia stato risucchiato dal Chinook”.
Sul caso, per le indagini, c’è la Capitaneria di porto di Civitavecchia e di Ladispoli. All’epoca dei fatti però intervennero anche la Nato e il ministero della Difesa.
Cosa è successo quel giorno
Alessandro Ognibene, il kitersurfer coinvolto nell’incidente, quel 3 Ottobre del 2018 sarebbe stato risucchiato in aria da un elicottero Chinook dell’esercito durante un’esercitazione.
Il processo doveva iniziare l’11 Ottobre di quell’anno ma subito dopo, per vari motivi, saltarono ben furono istituite ben 6 udienze.
L’esercitazione di quel giorno era stata battezzata ”Notte scura”, tuttavia era di giorno che gli elicotteri andavano da una parte all’altra del litorale e durante uno di questi spostamenti, uno dei potenti Chinook impegnati in un addestramento interforze della Nato, finì per risucchiare un kitesurfer romano nella zona di Ladispoli.
La doppia elica di cui era munito il potente velivolo lo trascinò a un’altezza di una dozzina di metri, per poi lasciarlo ricadere sulla sabbia. Una caduta rilevante, che gli provocò seri danni e lesioni gravi. La vittima dell’incidente fu trasportato d’urgenza al Policlinico Gemelli e ancora oggi sente dolori a causa di quel trauma.
Ora, Alessandro Ognibene, romano di 53 anni, odontotecnico, spera che venga fatta giustizia dopo tutti questi anni e dopo tanti slittamenti in tribunale.
Ognibene ha dichiarato:
“Dopo sei rinvii, speriamo finalmente che questa udienza abbia luogo. Una volta è saltata per l’emergenza sanitaria, quella successiva per il pensionamento di un giudice, poi per un errore dell’atto di notifica della cancelleria. Aggiungiamo un imputato con il Covid e uno sciopero degli avvocati, alla fine il processo non è mai iniziato. Ma da quel giorno la mia vita è cambiata.”