Elon Musk licenzia i dipendenti di Twitter, che ha acquisito la scorsa settimana per 44 miliardi di dollari. Non il 25% come era sembrato appena pochi giorni fa. Il piano del tycoon, secondo quanto riporta Bloomberg (per The Verge i licenziamenti sarebbero 3.800), prevede che i dipendenti vengano informati sui licenziamenti domani, venerdì 4 novembre, e ai lavoratori interessati potrebbero essere concessi 60 giorni di TFR. Musk ha anche in programma di porre fine alla politica di Twitter che consentiva ai dipendenti di lavorare da casa “per sempre”. La diffidenza di Musk nei confronti dello smart working era già emersa dalle comunicazioni post pandemia relative a Tesla. In questo caso, il ritorno obbligato in presenza stimolerebbe anche le dimissioni.
Elon Musk licenzia i dipendenti di Twitter: fuori il 50%
Movimenti sono stati segnalati anche sul fronte moderazione dei contenuti e sugli sviluppi della piattaforma. Entro la settimana dovrebbe debuttare nella società il cosiddetto consiglio di moderazione dei contenuti. Sempre entro questa settimana, sarà estesa a tutti gli utenti la possibilità di modificare i tweet. Mentre sembrano confermati, a ora, gli 8 euro per la versione premium, con la spunta blu sull’account, in agenda da lunedì.
I licenziamenti e la decisione di addebitare una tariffa mensile per i badge di verifica arrivano quando Twitter deve affrontare potenziali contraccolpi da parte degli inserzionisti, preoccupati per una moderazione dei contenuti più libera sotto la guida di Musk. Il miliardario, che si autodefinisce un “assolutista della libertà di parola”, ha anche espresso il desiderio di rendere indipendente Twitter dalla pubblicità: il 90% delle sue entrate totali. I giganti della pubblicità, tuttavia, rimangono scettici e stanno esortando i marchi a sospendere la spesa pubblicitaria su Twitter fino a quando i problemi di moderazione dei contenuti non saranno risolti. (AGI)