Francesco Rosi moglie. Francesco Rosi (Napoli, 15 novembre 1922 – Roma, 10 gennaio 2015) è stato un regista e sceneggiatore italiano.

Francesco Rosi moglie

Francesco Rosi ha avuto una figlia, Francesca, nata il 14 marzo 1954 dalla sua prima compagna, l’attrice Nora Ricci. Francesca morì in un incidente stradale a soli quindici anni, il 18 gennaio 1969, dopo che il padre aveva perduto il controllo dell’automobile. Il 18 gennaio 1964 Rosi sposò Giancarla Mandelli, sorella della stilista Krizia, conosciuta nel periodo delle riprese de I magliari, che gli sarà accanto per tutta la vita. Il 26 dicembre 1965 nacque la figlia Carolina, che poi diventerà attrice cinematografica teatrale e televisiva. La moglie Giancarla Mandelli morì la mattina dell’8 aprile 2010 per le gravi ustioni riportate in seguito all’incendio della vestaglia che indossava, causato da una sigaretta.

Figlia

Carolina Rosi è un attrice. Dopo aver lavorato per due anni a Milano come disegnatrice stilista a fianco di Krizia, frequenta l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico diplomandosi nel 1988. Compagna per oltre vent’anni dell’attore e regista Luca De Filippo, che sposa nel 2013, Carolina Rosi è presidente onorario della Fondazione Eduardo De Filippo che ha presieduto dal 2015 al 2018. Oggi dirige la Elledieffe società che si occupa delle produzioni teatrali, e la società Andiamo Avanti Productions che, tra le sue attività, prevede anche la produzione di documentari e di pubblicazioni per la valorizzazione del patrimonio filmico e documentale di Francesco Rosi.

Carriera

Dapprima giornalista, attore, poi aiuto regista e collaboratore alla regia, ha girato il suo primo film nel 1958 conquistando l’attenzione della critica e del pubblico per le qualità espressive e narrative della sua opera. La sfida, sulla “camorra” dei mercati napoletani, è stato il primo film di Rosi dedicato ai problemi del Mezzogiorno, seguito da I magliari (1959), dedicato alle imprese dei piccoli trafficanti napoletani che inseguono la fortuna all’estero, e da Salvatore Giuliano (1961), ricostruzione di una pagina recente della storia del Mezzogiorno, opera discussa, ma d’indubbio valore narrativo.

Proseguendo nel duplice impegno di demitizzazione di ideologie retoriche e di approfondimento di problemi e aspetti di strutture sociali per più lati ingiuste e arretrate, ha diretto fra l’altro: Le mani sulla città (1963; premiato a Venezia); Uomini contro (1970); Il caso Mattei (1972; premiato a Cannes); Cadaveri eccellenti (1976, dal romanzo di L. Sciascia Il contesto); Cristo si è fermato a Eboli (1979); Carmen (1984); Cronaca di una morte annunciata (1987); Dimenticare Palermo (1990); il documentario Diario napoletano (1992); La tregua (1997).

Nel 2008 gli è stato conferito l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino e nel 2012 il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia. Nello stesso anno R. ha pubblicato in collaborazione con G. Tornatore il libro-conversazione Io lo chiamo cinematografo; postumo è stato edito nel 2017 il diario del suo viaggio a Cuba per incontrare E. Guevara dal titolo I 199 giorni del Che.