I ghiacciai dei siti patrimonio dell’Unesco potrebbero scomparire . Lo scioglimento dei ghiacciai è un fenomeno al quale assistiamo da anni, troppi. Una delle conseguenze maggiori di tale fenomeno, causato dal surriscaldamento globale, riguarda l’innalzamento del livello dei mari associato al ghiaccio perso. Tutto il mondo ne sta facendo le spese. In Italia, per esempio, la Valle d’Aosta, che ha un terzo della superficie glaciale del paese, ha perso 32 ghiacciai negli ultimi vent’anni. L’ultimo allarme lanciato riguarda i ghiacciai di molti siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, tra cui Yellowstone e il Parco Nazionale del Kilimangiaro, che rischiano di scomparire entro il 2050. La denuncia arriva dall’agenzia delle Nazioni Unite, esortando i leader ad agire rapidamente per salvare gli altri. L’avvertimento fa seguito a uno studio su 18.600 ghiacciai in 50 siti Patrimonio dell’Umanità – che coprono circa 66.000 chilometri quadrati – secondo il quale i ghiacciai di un terzo dei siti sono “condannati a scomparire”.
I ghiacciai dei siti patrimonio dell’Unesco potrebbero scomparire
Lo studio “dimostra che questi ghiacciai si stanno ritirando a un ritmo accelerato dal 2000 a causa delle emissioni di CO2, che stanno riscaldando le temperature”, ha dichiarato l’Unesco. I ghiacciai stavano perdendo 58 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno, pari all’utilizzo idrico annuale combinato di Francia e Spagna, ed erano responsabili di quasi il cinque per cento dell’innalzamento del livello del mare osservato a livello globale, ha spiegato l’agenzia.
“I ghiacciai di un terzo dei 50 siti del Patrimonio mondiale sono condannati a scomparire entro il 2050, indipendentemente dagli sforzi per limitare l’aumento della temperatura”,
ha spiegato l’Unesco.
“Ma è ancora possibile salvare i ghiacciai nei restanti due terzi dei siti se l’aumento delle temperature non supera 1,5°C rispetto al periodo preindustriale”.
I Paesi si sono impegnati a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, un obiettivo che il mondo è destinato a mancare con l’attuale andamento delle emissioni.
“Questo rapporto è una chiamata all’azione”,
ha dichiarato la direttrice dell’UNESCO Audrey Azoulay, in vista del vertice sul clima COP27 che inizierà lunedì in Egitto.