Con spirito costruttivo. Ma “a testa alta, senza subalternità”. Mentre si chiude la giornata, già ricca di suo tanto sul fronte interno quanto su quello internazionale, a Palazzo Chigi si accenna sostanzialmente su questi punti cardine alla prima missione internazionale, domani, di Giorgia Meloni presidente del Consiglio.

Una presa di contatto con i vertici Ue che la porterà a Bruxelles per vedere in rapida successione la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, poi la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e poi il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel.

telefonata tra Meloni e Scholz
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni (Ansa)

Attenzione e rispetto, voglia di confronto ma anche di portare all’attenzione dei vertici Ue quanto era stato già esplicitato in una sede altrettanto formale, l’intervento per la fiducia. Questo lo spirito con cui il presidente del Consiglio prepara la missione intensiva a Bruxelles.

Meloni Bruxelles. “Siamo europeisti”

Un’occasione per conoscersi ufficialmente, al di là della narrazioni e delle campagne elettorali, e per mostrare lo ‘standing’ di un Paese che si propone appunto di stare “a testa alta” nelle istituzioni comunitarie e di non dovere quindi avere timore di segnalare che dall’Europa attende risposte piu’ efficaci alle crisi che gli Stati membri, singolarmente e insieme, devono fronteggiare.

Una posizione senza subalternità né complessi di inferiorità: “La mia idea di Europa è quella di un’Europa confederale in cui viga il principio di sussidiarietà. Non faccia Bruxelles quello che può fare meglio Roma, non agisca Roma lì dove, da soli, non si è competitivi. Definirci atlantisti, ma non europeisti mi pare francamente un’idiozia. Oggi tutto è estremamente ideologico“.

Meloni lo ha fatto mettere nero su bianco nel nuovo libro di Bruno Vespa. “Il federalismo europeo accentra, mentre il federalismo nazionale decentra. Che senso ha? Vogliamo dire che il Superstato europeo non ha funzionato? In Europa, gran parte del potere decisionale è in mano alla Commissione, che viene indicata dai governi, ma nel nostro ordinamento la sovranità è del popolo che la esercita attraverso il Parlamento“. Anche questo fa da scenario al confronto sui dossier.