Diversi settori come quello dell’industria e della moda si stanno dedicando sempre più all’impatto delle loro produzioni sull’ambiente. Nello specifico il mondo della moda già da diversi anni punta all’utilizzo di nuovi materiali più ecosostenibili e più rispettosi dell’ambiente. Colossi del fashion e non si daranno appuntamento a Ecomondo 2022, il salone internazionale della green economy di Italian Exhibition Group in fiera a Rimini dall’8 all’11 novembre. Tutto questo, per fare il punto sui traguardi, superati e da raggiungere, in tema di sostenibilità ambientale anche grazie agli spunti e ai dati presentati in esclusiva nella seconda edizione dell’Osservatorio tessile di Ecomondo.

I numeri della sostenibilità della moda all’Ecomondo 2022

Secondo le ultime rilevazioni, nel 2022 il settore dell’abbigliamento in EU ha raggiunto il valore di circa 397 miliardi di dollari, mentre il dato italiano per l’anno in corso è di 49,25 miliardi di dollari ma la data base company americana specializzata in report di business intelligence stima una crescita in volume del 18,5% nel 2023. L’industria della moda risulta però essere al quarto posto per impatto ambientale, al terzo per consumi di acqua e suolo e al quinto per uso di materie prime e per emissioni di gas serra. L’impatto sull’acqua, inoltre, non riguarda solo i consumi, ma anche la contaminazione delle risorse idriche: la produzione tessile è infatti responsabile di circa il 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile a causa dei vari processi a cui sono sottoposti i prodotti e al lavaggio di capi sintetici, che determina il 35% di microplastiche primarie rilasciate nell’ambiente.

La transizione ecologica nel mondo dell’industria e della moda

Per promuovere la transizione ecosostenibile del settore moda, durante la prossima 25esima edizione di Ecomondo saranno valorizzate sia le buone pratiche messe in atto sia le esperienze di aziende nate con un DNA sostenibile oltre a realizzare le proprie linee a partire dal recupero di eccedenze di tessuti messi a disposizione da aziende della moda e del settore tessile, si fa promotrice di iniziative per aiutare l‘inserimento lavorativo di soggetti a rischio di emarginazione, ricordando che la sostenibilità passa anche dal fattore umano. Il tessile è stato identificato come una catena di valore fondamentale nel piano di azione dell’Ue: sostenibilità e circolarità, tracciabilità e trasparenza, eco-design.

L’obiettivo dell’Italia nel tessile

Per comprendere il futuro dell’industria del riciclo e della circolarità nel settore tessile è necessario mettere a sistema e valorizzare le competenze presenti in Italia. Tra questioni tecniche e necessità di ripensare processi per ridurre questi rifiuti, l’incontro indica esperienze e soluzioni tecnologicamente avanzate nell’ambito del riciclo degli scarti tessili urbani e industriali e analizza il percorso intrapreso da un settore chiave del made in Italy per andare nella direzione dell’economia circolare.