Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scelto Bruxelles per la sua prima visita all’estero. Nel confronto di domani si affronteranno i primi punti spinosi nei nuovi rapporti tra Roma e Bruxelles: attuazione (o modifica) del Pnrr; solidità dei conti pubblici; misure comuni contro la crisi energetica e la postura europeista e atlantista nel sostegno a Kiev (e non solo).

Gli appuntamenti della premier Meloni a Bruxelles 

Il primo appuntamento sarà con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. L’eurodeputata maltese, del gruppo del Ppe (la famiglia di Forza Italia) è stata eletta presidente anche grazie al sostegno del gruppo dell’Ecr, il partito europeo dei conservatori di cui Meloni è presidente (l’attuale ministro agli Affari europei, Raffaele Fitto, era invece co-presidente del gruppo).

Il presidente del consiglio incontrerà poi la presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen, al Palazzo Berlaymont (alle 17.30). Il primo punto di attrito potrebbe essere la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A Bruxelles quando ne parlano insistono sulla formula “continuare l’attuazione del Pnrr nei tempi e nei modi previsti”. Quindi porte chiuse a modifiche sostanziali. Lo hanno detto chiaramente il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni:

Non cambieremo i piani ogni volta che cambia un governo. Il regolamento prevede la possibilità di apportare degli emendamenti e su questo siamo pronti a confrontarci.

La questione dei conti pubblici 

Da mesi l’esecutivo europeo insiste che gli aiuti anti-crisi energetica siano temporanei, mirati e non mettano a rischio la sostenibilità finanziaria pubblica. La Commissione presenterà la sua proposta di riforma del Patto di stabilità e crescita il 9 novembre: resteranno le tagliole del 60% del rapporto debito/Pil e 3% del rapporto deficit/Pil. Ma verrà modificato il criterio di riduzione del debito: non più il taglio obbligatorio annuo di un ventesimo della quota eccedente il 60%.

Ogni Paese negozierà con la Commissione un piano di riduzione del debito (quadriennale che si potrà estendere fino a sette). Per i più indebitati verrà inserito un obiettivo intermedio del 90%. Se e quando verrà adottata la riforma, Roma dovrà quindi negoziare con Bruxelles un piano credibile per il taglio del debito che sarà sottoposto a verifiche puntuali come avviene ora con il Pnrr. Pena la procedura d’infrazione

Il sostegno all’Ucraina

Bruxelles vuole garanzie di poter contare sull’appoggio italiano su due fronti: il sostegno finanziario a Kiev (saranno strutturali gli aiuti Ue per 1,5 miliardi di euro al mese); la fornitura di armi e il sostegno alle sanzioni.