“Il vaiolo delle scimmie resta ancora un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale”. A comunicarlo, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), i cui esperti negli scorsi giorni si sono riuniti per discutere della situazione, convenendo che, benché ci siano stati dei progressi nella risposta globale all’epidemia, non è ancora il caso di abbassare la guardia.
Oms: “Vaiolo delle scimmie emergenza internazionale”
Gli esperti del Comitato di emergenza dell’Oms hanno dichiarato – al termine del terzo incontro che in questi giorni li ha visti impegnati a discutere sull’epidemia da vaiolo – che, anche se “sono stati compiuti alcuni progressi nella risposta globale all’epidemia in più Paesi”, e che le informazioni emergenti indicano l’efficacia degli interventi comportamentali e dei vaccini, si tratta ancora di “un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale”.
Il direttore generale dell’agenzia Onu per la salute, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha accettato il parere del Comitato e ha emesso raccomandazioni temporanee perché si continui a puntare a una risposta coordinata contro il virus. L’andamento dell’epidemia – hanno spiegato gli esperti – interessa i vari Paesi in modo differente tra loro: in quelli ad alto reddito si è osservato un forte calo dei contagi, anche se non è ancora chiaro se a determinarlo sia stato “l’adozione di comportamenti sessuali più sicuri tra le popolazioni a più alto rischio; la riduzione stagionale dei grandi assembramenti […]; l’aumento dei tassi di vaccinazione pre e post esposizione o il possibile aumento dell’immunità a seguito di infezione tra le popolazioni a più alto rischio”.
Per i Paesi a basso reddito, invece, la situazione continua a preoccupare, sia per la ridotta possibilità di accesso a strumenti diagnostici e vaccini, sia per la forte carenza dei dati: in alcune aree dell’Africa, per esempio, ad oggi è difficile determinare se le infezioni siano di origine animale o se si tratti di trasmissione da uomo a uomo. Anche per queste ragioni, l’Oms al momento ha preferito adottare un atteggiamento cauto, motivato dalla “preoccupazione sulle potenziali conseguenze negative che deriverebbero dal ritiro della dichiarazione di emergenza in questo momento”. Secondo gli ultimi dati, dall’inizio dell’epidemia ad oggi sono quasi 78mila i casi di vaiolo delle scimmie accertati e circa 36 i decessi in tutto il mondo.
Che cos’è il vaiolo delle scimmie e i dati dei contagi in Italia
Il vaiolo delle scimmie è un’infezione zoonotica (cioè trasmessa dagli animali all’uomo), causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo, ma che si differenzia da questo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che provoca. Il nome deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto proprio nelle scimmie in un laboratorio danese, nel 1958, mentre il primo caso nell’uomo risale al 1970. Se si è tornati a parlarne quest’anno, è perché si è assistito, sia negli Stati Uniti che in Europa, cioè in paesi non endemici, ad un repentino aumento dei focolai.
Stando all’ultimo bollettino diramato dal Ministero della Salute, i contagiati sul territorio nazionale sono, ad oggi, 896. Di questi, 247 sembrerebbero essere collegati principalmente ai viaggi all’estero. Le regioni più colpite sono, invece, Lombardia (363 casi), Lazio (155) ed Emilia-Romagna (89); in generale, la prevalenza è di uomini (sul totale dei contagiati, 883 sono maschi e solo 13 donne), mentre l’età media è compresa tra i 14 e i 71 anni.
I sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, mialgia, mal di schiena, eruzione cutanea e linfoadenopatia. Mentre, a fronte delle ridotte dosi di vaccino ancora disponibili in Italia, la vaccinazione è stata per ora riservata alle sole categorie ritenute ad alto rischio, ossia il personale di laboratorio con possibile esposizione diretta al virus e le persone appartenenti alla comunita gay, più esposte alla trasmissione del contagio.